Economia

Mediobanca, la lettera d’addio di Nagel ai colleghi: “Percorso straordinario, ora nuove sfide”

Redazione
 
Mediobanca, la lettera d’addio di Nagel ai colleghi: “Percorso straordinario, ora nuove sfide”

Mentre è in corso il consiglio di amministrazione che dovrebbe portare alle dimissioni sue e dell’intero board, l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, ha inviato ai colleghi una lunga lettera di commiato. Un testo dal forte valore simbolico che ripercorre oltre tre decenni di carriera all’interno di Piazzetta Cuccia, alla vigilia del passaggio di controllo alla nuova proprietà guidata da Mps dopo il successo dell’opas.

Mediobanca, la lettera d’addio di Nagel ai colleghi: “Percorso straordinario, ora nuove sfide”

Nagel ha ricordato di essere entrato in Mediobanca più di 34 anni fa e di averne assunto la guida 22 anni fa, sottolineando come il percorso di crescita e rinnovamento della banca sia stato possibile grazie alla capacità e al senso di appartenenza delle persone che vi lavorano. Ha ripercorso le tappe fondamentali della sua gestione, dalla nascita di CheBanca! alla crescita di Compass, fino all’espansione del Wealth Management e del Corporate & Investment Banking, che oggi genera il 60% dei ricavi al di fuori dell’Italia.

Nella sua ricostruzione, l’ad ha ricordato i principali traguardi raggiunti: i ricavi saliti a 3,7 miliardi e l’utile netto a 1,3 miliardi, il triplicarsi del personale a 6.200 dipendenti, la distribuzione di 8,5 miliardi agli azionisti senza aumenti di capitale e un Total Shareholder Return del +500%. Mediobanca, ha evidenziato, si è trasformata in una public company e ha saputo affrontare crisi globali come quella di Lehman Brothers, mantenendo solidità e capacità di sviluppo.

Nagel ha condiviso alcune delle sue convinzioni maturate in questi anni: l’importanza del “darwinismo bancario”, ossia la capacità di adattarsi a un contesto in rapido mutamento; la necessità di puntare su attività a più alto valore aggiunto come il wealth management; la forza delle banche quotate con un azionariato diffuso e istituzionale; e la centralità della reputazione come fondamento della fiducia.

Il manager ha richiamato la cultura identitaria della banca, fatta di competenza, passione, trasparenza e understatement, ereditata da figure storiche come Enrico Cuccia e Vincenzo Maranghi. Ha invitato i colleghi a custodire e preservare questo patrimonio immateriale, convinto che la nuova proprietà non potrà prescindere dal valorizzarlo.

Nagel ha concluso citando Orazio con la celebre frase “Graecia capta ferum victorem cepit”, ringraziando i colleghi per il privilegio di aver lavorato insieme e invitandoli ad affrontare uniti le nuove sfide che attendono Mediobanca.

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