Economia

Pnrr, spesi solo il 21,9% dei fondi reali: senza svolta immediata rischio paralisi e perdita delle risorse UE

Redazione
 
Pnrr, spesi solo il 21,9% dei fondi reali: senza svolta immediata rischio paralisi e perdita delle risorse UE

Al 31 dicembre 2024 la spesa effettiva del Piano nazionale di ripresa e resilienza si ferma a 63,9 miliardi di euro pari al 32,9% del totale, ma quella reale per progetti operativi si attesta a soli 42 miliardi, il 21,9% delle risorse complessive, se si escludono i crediti d’imposta come Superbonus 110% e Transizione 4.0. Lo evidenzia un’analisi del Centro studi di Unimpresa su dati della Corte dei conti.

Pnrr, spesi solo il 21,9% dei fondi reali: senza svolta immediata rischio paralisi e perdita delle risorse UE

Il 70% delle misure ha un avanzamento inferiore al 25% e il 45% resta sotto il 10%, con una spesa che, nella maggior parte dei casi, non ha ancora generato cantieri né attuazione concreta. Particolarmente critici i settori dei trasporti, con appena il 13% dei target raggiunti, e della sostenibilità ambientale, che non supera il 9% di avanzamento.

Le missioni Inclusione e coesione e Salute presentano spese inferiori al 20% delle dotazioni. Le difficoltà non sono legate a problemi di cassa, coperta all’87% da anticipazioni di liquidità, ma da ritardi amministrativi, criticità procedurali e lentezze operative. Per completare il Piano entro metà 2026 sarà necessario triplicare i ritmi di spesa dei tre anni precedenti, arrivando a oltre 65 miliardi l’anno contro una media storica di 19,5 miliardi.

Secondo Manlio La Duca, consigliere nazionale di Unimpresa, "il Pnrr italiano sta attraversando una fase critica. Nonostante gli annunci ottimistici, le difficoltà sono reali e strutturali. Non basta aver ottenuto l’approvazione delle riforme o aver trasferito risorse agli enti attuatori: la sfida vera è l’attuazione concreta. E, su questo fronte, i numeri parlano chiaro: troppi progetti in ritardo, troppi fondi ancora inutilizzati, troppa distanza tra le previsioni e la realtà. Se non si interviene subito – con task force operative, semplificazioni vere, monitoraggio stringente e responsabilizzazione dei soggetti attuatori – il rischio non è solo quello di perdere fondi europei, ma di perdere una chance storica di modernizzazione. E questa sarebbe, davvero, la sconfitta più grave".

L’analisi rileva inoltre che la spesa è gonfiata da misure retroattive e automatiche che non incidono realmente sulla trasformazione strutturale del Paese. I ritardi nei bandi, nei progetti esecutivi e nei procedimenti autorizzativi paralizzano l’attuazione. Alcuni ambiti tecnici e complessi, come ferrovie, porti, impianti di gestione rifiuti, infrastrutture idriche e progetti di rinaturazione, soffrono la lentezza dell’apparato normativo e l’assenza di competenze specialistiche.

"L’aspetto più preoccupante è che il tempo sta per finire. Il Pnrr si conclude formalmente a metà 2026, ma i progetti vanno rendicontati e completati con largo anticipo per evitare il disimpegno automatico delle risorse europee. Per rispettare la scadenza servirà un’accelerazione nei prossimi due anni senza precedenti: almeno 65 miliardi di euro l’anno, contro una media storica di 20 miliardi. Uno sforzo immane per una macchina amministrativa che, fin qui, ha dimostrato limiti evidenti nella capacità di spesa", ha spiegato La Duca. Restano tuttavia alcuni segnali positivi.

L’Italia ha rispettato formalmente tutti i 67 obiettivi europei tra milestone e target per il secondo semestre 2024. La digitalizzazione della pubblica amministrazione ha coinvolto oltre 4.300 enti migrati su ambienti cloud certificati, più del doppio del target iniziale di 2.000. Il programma Parco Agrisolare ha finanziato più di 21.000 progetti raggiungendo il 95% di utilizzo dei fondi. Nel settore energetico, il potenziamento delle smart grid ha già superato la soglia dei 1.800 megawatt rispetto al target di 1.000. Anche l’infrastruttura per la mobilità elettrica ha superato l’obiettivo con oltre 23.000 punti di ricarica rapida aggiudicati tra aree urbane ed extraurbane.

  • BPM Milano
  • villa mafalda 300x600
  • Poste Italiane giugno 2025
  • Enel Prima Vera - Rata Vera
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
Rimani sempre aggiornato sulle notizie di tuo interesse iscrivendoti alla nostra Newsletter
Notizie dello stesso argomento
Borse: inizio di settimana prudente per i mercati asiatici, calano i prezzi del petrolio
07/07/2025
Redazione
Borse: inizio di settimana prudente per i mercati asiatici, calano i prezzi del petrolio
Dazi in arrivo: Trump rompe gli indugi
07/07/2025
Redazione
Dazi in arrivo: Trump rompe gli indugi
Amplifon lancia una nuova proposta commerciale in Italia: più trasparenza e qualità per i consumatori
07/07/2025
Redazione
Amplifon lancia una nuova proposta commerciale in Italia: più trasparenza e qualità per i ...