L’industria europea del riciclo della plastica lancia un grido d’allarme: il settore rischia un “collasso imminente” che potrebbe compromettere gli obiettivi ambientali dell’Unione Europea. L’avvertimento arriva da Plastics Recyclers Europe (PRE), associazione di categoria che monitora lo stato delle attività di riciclo nel continente.
Riciclo della plastica in Europa: capacità quasi dimezzata nel 2025, crescita ferma allo 0%
Secondo i dati raccolti dall’associazione, tra gennaio e luglio 2025 l’Europa ha perso una capacità di riciclo quasi pari a quella persa nell’intero 2024. Dopo anni di espansione rapida, la crescita del settore ha subito un rallentamento continuo: dal 17% del 2021 al 10% del 2022, fino al 6% nel 2023. Per il 2025 le stime parlano di una crescita netta praticamente nulla. Una frenata che minaccia seriamente la possibilità di rispettare i target europei di contenuto riciclato nei materiali da imballaggio, stabiliti dal Regolamento PPWR.
Il risultato concreto di questa situazione è la chiusura di sempre più impianti di riciclo in Paesi chiave come Paesi Bassi, Germania e Regno Unito. Aziende di rilievo come Viridor e Biffa nel Regno Unito, Veolia in Germania e Cedo nei Paesi Bassi hanno già annunciato la sospensione o la riduzione delle attività, compromettendo la sopravvivenza di un settore strategico per l’economia e l’ambiente.
PRE lancia quindi un appello urgente all’UE: occorrono misure immediate per tutelare il mercato interno e prevenire ulteriori chiusure. Tra le richieste avanzate dall’associazione figurano l’applicazione rigorosa delle norme sulla responsabilità estesa del produttore (EPR), l’introduzione di certificazioni di terze parti e sanzioni uniformi per materiali non conformi. Nonostante alcune iniziative parziali, come i sussidi energetici ai riciclatori in Germania o il Piano d’azione UE per il settore chimico, la risposta politica viene giudicata insufficiente e troppo lenta.
Secondo PRE, servono interventi concreti: accesso a energia pulita e a basso costo, semplificazione burocratica e incentivi mirati per nuovi investimenti. Se il settore europeo del riciclo della plastica collassasse – avverte PRE – verrebbero vanificati i progressi degli ultimi dieci anni in materia di innovazione e tutela ambientale, mettendo a rischio gli obiettivi climatici dell’UE e la competitività del continente sul lungo periodo.