Ambiente & Sostenibilità

Siccità record in Inghilterra: bacini idrici al 56,1%, 3.000 ettari di habitat distrutti e fauna in crisi

Redazione
 
Siccità record in Inghilterra: bacini idrici al 56,1%, 3.000 ettari di habitat distrutti e fauna in crisi

L’estate più calda e secca mai registrata nel Regno Unito dal 1884 ha lasciato un segno indelebile sulla fauna e sulla flora inglese, trasformando i paesaggi in scenari di emergenza ecologica. Ricci, salmoni e uccelli sono stati tra i più colpiti, intrappolati in un contesto di siccità che ha reso difficile trovare cibo e acqua, con effetti che continueranno a farsi sentire a lungo, anche dopo le recenti piogge.

Siccità record in Inghilterra: bacini idrici al 56,1%, 3.000 ettari di habitat distrutti e fauna in crisi

Natural England, l’agenzia governativa per la tutela della natura, ha lanciato l’allarme durante la riunione del National Drought Group, spiegando come la stagione secca abbia compromesso habitat cruciali e messo a rischio la riproduzione di molte specie.

I ricci e gli uccelli da giardino hanno avuto particolari difficoltà a scavare nel terreno duro e secco alla ricerca di vermi e insetti, e le pozze d’acqua necessarie per dissetarsi sono quasi scomparse. Anche le vasche di riproduzione del salmone atlantico e del rospo calamita si sono prosciugate, determinando una stagione riproduttiva fallimentare.

Non meno preoccupante è la situazione degli uccelli delle zone umide, come il mestolone e il chiurlo, che hanno visto scomparire i loro habitat paludosi. Inoltre, importanti torbiere si stanno prosciugando e circa 3.000 ettari di terreno in siti di particolare interesse scientifico sono stati distrutti dagli incendi boschivi. Sette mesi consecutivi di precipitazioni inferiori alla media hanno fatto precipitare l’Inghilterra in condizioni di siccità. Nonostante alcune piogge recenti, i bacini idrici e le falde acquifere restano a livelli preoccupanti: la scorsa settimana i bacini idrici sono diminuiti dell’1,4%, raggiungendo una media di riempimento del 56,1% a fronte di una media stagionale dell’82,8%. L’estate ha fatto registrare meno della metà delle precipitazioni medie di agosto nella maggior parte del Paese.

Tony Juniper, presidente di Natural England, ha descritto la situazione con parole dure: “La siccità sta avendo un effetto catastrofico sulla nostra flora e fauna, che perdura a lungo anche dopo il ritorno delle piogge. Alcuni corsi d’acqua ricchi di salmoni atlantici si sono prosciugati e le popolazioni di uccelli e anfibi delle zone umide sono in calo. Animali da giardino come i ricci stanno morendo perché le loro fonti di cibo basate sugli insetti scompaiono durante la siccità. Dobbiamo agire subito per rendere i nostri paesaggi più resilienti, anche attraverso la creazione di più zone umide per aiutarci a far fronte agli effetti della siccità e delle inondazioni”, ha sottolineato al The Guardian.

A preoccupare è anche l’anticipo della maturazione delle bacche, osservato nei giardini della Royal Horticultural Society. Guy Barter, capo orticoltore della RHS, ha spiegato che “una carenza di bacche a fine inverno, maturate ora, potrebbe portare gli uccelli a scarseggiare di cibo. Gli uccelli hanno bisogno di pasti frequenti e, a differenza dei ghiri, non hanno grandi riserve di cibo su cui contare. Potrebbe essere saggio raddoppiare l’alimentazione degli uccelli quest’inverno”.

Alcune piante, come more, cotoneaster, biancospino e agrifoglio, hanno già prodotto bacche, mentre altre come piracanta e edera non hanno ancora completato la maturazione. Barter ha quindi suggerito di piantare una varietà di specie per distribuire la produzione di bacche e garantire cibo per la fauna selvatica durante tutto l’inverno. Mark Roberts, esperto in gestione delle risorse idriche del National Trust, ha raccontato come la siccità abbia avuto ripercussioni anche sui terreni storici e sui giardini del patrimonio inglese.

“Le sorgenti prosciugate nel Lake District hanno impoverito le riserve idriche e causato la moria dei pesci. Sia i nostri alberi appena piantati che quelli secolari hanno sofferto dall’inizio della primavera, con le aiuole fiorite che mostravano chiari segni di stress, compromettendo la loro capacità di fornire cibo e riparo a insetti e anfibi come le rane”, ha dichiarato al The Guardian. Gli esperti avvertono che solo un autunno e un inverno umidi potranno contribuire a invertire gli effetti di questi sette mesi consecutivi di precipitazioni inferiori alla media. Nel frattempo, la situazione resta critica, con animali, piante e interi ecosistemi che lottano per sopravvivere in un clima che, più che mai, sembra voler testare la resilienza della natura britannica.

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