Economia

A Torino la nuova tappa del roadshow Welfare Index PMI 2025 promosso da Generali

Redazione
 
A Torino la nuova tappa del roadshow Welfare Index PMI 2025 promosso da Generali

Si è svolta ieri a Torino una nuova tappa del roadshow 2025 dedicato al welfare aziendale, un percorso itinerante promosso da Generali per raccontare e promuovere sul territorio la cultura del welfare tra le piccole e medie imprese italiane. Protagonista dell’incontro è stato il Rapporto Welfare Index PMI Piemonte, che fotografa lo stato di salute del welfare nelle imprese regionali, ponendo l’accento su buone pratiche, dati significativi e scenari in evoluzione.

A Torino la nuova tappa del roadshow Welfare Index PMI 2025 promosso da Generali

Il progetto Welfare Index PMI, nato per misurare la diffusione e la qualità del welfare tra le PMI, è promosso da Generali con il supporto delle principali Confederazioni nazionali: Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni. Nel corso dell’incontro, Francesco Bardelli, Chief Health & Welfare and Broker Management Officer di Generali Italia e CEO di Generali Welion, e Marco Oddone (in foto), Chief Marketing & Distribution Officer di Generali Italia, hanno ribadito l’impegno del gruppo in questa direzione.

«Generali è un grande produttore, fornitore e promotore di welfare operando su tre direttrici: iniziative per i 14 mila dipendenti in Italia; soluzioni personalizzate per le imprese assicurate; progetti dedicati allo sviluppo della cultura del welfare nelle piccole e medie imprese, come Welfare Index PMI che, negli ultimi anni, si è evoluto in una nuova fase che prevede un roadshow di approfondimento sulle realtà locali e di incontro con le autorità e con le imprese dei territori. Grazie alla nostra struttura Health & Welfare, a Generali Welion, la società del Gruppo dedicata al welfare integrato, e alla consulenza di valore dei nostri agenti su tutto il territorio italiano, siamo impegnati tutti i giorni nel dare il nostro contributo alle imprese e alla crescita economica del sistema Paese», hanno dichiarato Bardelli e Oddone.

Il Piemonte, stando ai dati emersi dal report, si dimostra una delle regioni più virtuose nell’adozione di strumenti e iniziative di welfare aziendale. All’ultima edizione dell’indagine hanno partecipato 535 imprese piemontesi, con un totale di quasi 3.200 partecipazioni nei complessivi otto anni del progetto. Di queste, molte hanno aderito con continuità nel tempo, dimostrando un’attenzione crescente e strutturata al benessere dei lavoratori.

Tra le eccellenze regionali, si contano 14 imprese piemontesi classificate come “Welfare Champion” – il massimo riconoscimento previsto dall’indice – e 74 identificate come “Welfare Leader”, secondo livello di eccellenza. Numeri significativi per un tessuto economico che contribuisce per il 7,3% al PIL nazionale, forte di quasi 376.000 imprese distribuite con una densità di 87,9 aziende ogni mille abitanti. Una realtà, quella piemontese, che si distingue per l’apporto nei settori manifatturiero, energetico, finanziario e assicurativo. L’impatto del welfare aziendale non si ferma però ai confini delle imprese: in Piemonte, le famiglie con almeno un lavoratore del settore privato sono 857.000, ovvero il 42,4% dei nuclei familiari totali della regione.

Ciò significa che i programmi di welfare aziendale, oltre a migliorare le condizioni lavorative, si riflettono concretamente sul benessere di quasi metà delle famiglie piemontesi. Non mancano le differenze territoriali. La città metropolitana di Torino registra una quota di imprese con livelli di welfare medio-alti pari al 30,6%, poco al di sotto della media regionale del 32%. Le province del Nord-Est (Vercelli, Biella, Novara e Verbano-Cusio-Ossola) si attestano al 28,2%, mentre è il Sud della regione – con Cuneo, Asti e Alessandria – a primeggiare con un eccellente 36,8% di aziende con un welfare evoluto.

utti i settori economici piemontesi mostrano progressi significativi, anche se con peculiarità. Spiccano gli studi professionali, dove il 50,7% delle imprese ha un alto livello di welfare, e il Terzo Settore, che arriva al 48,7%, complice la sua vocazione statutaria a finalità sociali. Anche l’agricoltura, nonostante la prevalenza di microimprese, raggiunge un buon 37,3%. Uno dei fattori chiave per lo sviluppo del welfare è la dimensione aziendale. Tra le aziende con oltre 100 dipendenti, più dell’80% ha un livello di welfare elevato. La percentuale scende al 67% per quelle tra 51 e 100 addetti, e al 46% tra le imprese da 10 a 50 dipendenti.

Nelle microimprese con meno di 10 lavoratori, il tasso è comunque rilevante: 19,5% hanno raggiunto un livello alto di welfare. Un dato che testimonia una crescente consapevolezza anche tra le realtà più piccole sull’importanza di investire nel benessere aziendale come leva strategica. Secondo l’indagine, il 17% delle imprese piemontesi ha raggiunto una maturità avanzata, interpretando il welfare non solo come strumento premiante, ma come elemento strategico per la sostenibilità d’impresa.

Queste aziende eccellono non solo nella varietà delle misure adottate, ma anche nell’efficacia della loro applicazione, nell’equità di genere ai vertici, nella sicurezza sul lavoro, nella responsabilità verso clienti e fornitori, nel welfare di comunità e nel supporto a iniziative sociali locali. Infine, un’analisi condotta sui bilanci 2023 di 303 imprese partecipanti conferma quanto il welfare aziendale incida positivamente sui risultati economici: le aziende con programmi di welfare più avanzati registrano performance migliori sia in termini di produttività sia di crescita occupazionale.

L’ultima edizione del Welfare Index PMI rappresenta una sorta di “età adulta” del welfare aziendale italiano. Lo studio, basato su un modello di analisi articolato in dieci aree tematiche – dalla salute alla previdenza, dalla formazione alla conciliazione vita-lavoro, dalla responsabilità sociale al supporto culturale – ribadisce che il welfare è ormai una dimensione strutturale dell’impresa moderna. Non più un’opzione, ma una necessità strategica che chiede la collaborazione tra pubblico e privato per essere sostenuta e potenziata.

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