Mentre l’Unione Europea si prepara a votare il regolamento che potrebbe rivoluzionare il controllo dei contenuti in chat, le tensioni tra Stati membri e gruppi politici non accennano a diminuire. Entro oggi, infatti, i 27 Paesi dell’UE sono chiamati a decidere se approvare l’EU Chat Control, la proposta che prevede l’uso di algoritmi per individuare contenuti legati a pedofilia e pedopornografia all’interno delle piattaforme di messaggistica, anche crittografate end-to-end.
EU Chat Control, l’Europa divisa sul controllo delle chat: 15 Paesi a favore, 8 contrari
Se il regolamento otterrà il via libera da Parlamento e Commissione, le aziende che forniscono software di messaggistica saranno obbligate a permettere la verifica preventiva dei contenuti attraverso algoritmi capaci di bypassare la crittografia, al fine di intercettare eventuali abusi su minori prima che i messaggi raggiungano il destinatario.
I dati rilevati saranno caricati su un database centralizzato che, in caso di riscontro con materiale illegale, ne bloccherà la diffusione e segnalerà il caso alle autorità competenti. L’obiettivo dichiarato è la protezione dei minori, con la creazione di un Centro Europeo sugli Abusi che raccolga tutte le segnalazioni e coordini le azioni di contrasto, in risposta al numero crescente di adolescenti vittime di abusi online.
Tuttavia, la portata tecnologica del provvedimento ha suscitato preoccupazioni tra esperti di cybersicurezza, per il possibile impatto sulla privacy e sulla riservatezza delle comunicazioni private. La Danimarca, alla guida della presidenza semestrale del Consiglio UE, si è fatta promotrice della proposta, ma non tutti i Paesi la sostengono. Otto Stati, tra cui Austria, Germania, Belgio e Paesi Bassi, si sono dichiarati contrari.
La Germania, dopo iniziali esitazioni, ha confermato la posizione di opposizione assunta dal precedente governo. In totale, quindici governi, tra cui Italia, Francia e Spagna, hanno espresso parere favorevole, mentre Estonia, Grecia, Romania e Slovenia risultano ancora indecisi.
Il dibattito si riflette anche sui banchi del Parlamento Europeo, con una coalizione trasversale che comprende Verdi, social-liberali e partiti di destra critici nei confronti del regolamento. Il Parlamento stesso, attraverso uno studio presentato alla Commissione su Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni, segnala rischi concreti: l’algoritmo potrebbe rilevare erroneamente contenuti legittimi, compromettere la crittografia end-to-end e ridurre la sicurezza complessiva delle comunicazioni.
L’urgenza del problema è reale: secondo Save The Children, le vittime di abusi online in Italia sono quasi raddoppiate nel 2024, passando da 75 a 137, con il 66% dei casi riguardanti minori under 14. Cresce anche la pedopornografia e l’adescamento online, con 2.809 casi gestiti dalla Polizia Postale, il 6% in più rispetto al 2023. Parallelamente, i casi di revenge porn sono saliti da 29 a 42, di cui tre vittime su quattro tra i 14 e 17 anni, mentre le estorsioni sessuali con minorenni diminuiscono leggermente, con 127 casi registrati, sei in meno rispetto all’anno precedente.