Gli Stati Uniti chiederanno che una profonda modifica delle politiche del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale. Ad anticiparlo è stato il Segretario al Tesoro Scott Bessent. "Il FMI e la Banca Mondiale svolgono ruoli cruciali nel sistema internazionale", ha affermato Bessent, aggiungendo che "l'amministrazione del presidente Donald Trump è ansiosa di collaborare con loro, a patto che rimangano fedeli alle loro missioni".
Washington chiederà la riforma di FMI e Banca mondiale
Gli Stati Uniti, ha detto Bessent, non hanno alcuna intenzione di ritirarsi da nessuna delle due organizzazioni, sottolineando che lo slogan dell'amministrazione Trump, "America First, non significa solo l'America".
Al contrario, ha affermato, gli Stati Uniti vogliono mantenere il loro ruolo di leadership, offrendo suggerimenti per cambiare l'approccio delle organizzazioni al commercio globale.
Ma poi il Segretario al Tesoro ha mosso delle critiche, la prima delle quali riservata all'FMI che "un tempo era irremovibile nella sua missione di promuovere la cooperazione monetaria globale e la stabilità finanziaria'' mentre ora ''dedica tempo e risorse sproporzionate a lavorare su cambiamenti climatici, sul genere e questioni sociali".
Il Fondo, ha detto Bessent, dovrebbe invece concentrarsi sui prestiti (che ''dovrebbero essere temporanei'') e sulla risoluzione dei problemi della bilancia dei pagamenti. Per Bessent anche la Banca Mondiale si è "allontanata dalla sua missione" e dovrebbe invece puntare sull'aumento dell'accesso all'energia in tutto il mondo, elogiando la recente decisione della banca di revocare il divieto di lunga data sul sostegno all'energia nucleare.
Inoltre, il Segretario al Tesoro ha parlato degli annunci tariffari dell'amministrazione Trump e ha insistito, come altri funzionari, sul fatto che "più di 100 Paesi si sono rivolti a noi per aiutarli a riequilibrare il commercio globale".
Bessent ha colto l'occasione per criticare duramente l'economia cinese. Il gigante asiatico sta "esportando per uscire dai guai economici", aggiungendo che la sua crescita economica è “spinta dalle esportazioni manifatturiere”, che ''proseguiranno a creare squilibri ancora più gravi con i suoi partner commerciali se si consentirà che lo status quo continui''.
Il Segretario al Tesoro ha concluso il suo intervento affermando che “un sistema economico internazionale più sostenibile sarà quello che servirà meglio gli interessi degli Stati Uniti e di tutti gli altri partecipanti al sistema”.