Donald Trump gongola, e non fa nulla per nasconderlo, vedendo che, come i piccoli indiani, i giornalisti e conduttori televisivi che non gli sono amici e per giunta si permettono di criticarlo siano nel mirino delle grandi reti che, pur di non subire i ricatti che arrivano dalla Casa Bianca, preferiscono licenziare o sopprimere programmi anche di enorme audience, prima di cadere vittima di azioni giudiziarie o peggio.
Media: in America dissentire da Trump può costare il lavoro
Il caso della sparizione dai palinsesti della CBS del ''The Late show'' di Stephen Colbert è stato l'ennesimo schiaffo alla libertà di espressione e quindi di critica, se viene diretta verso Trump, il quale va avanti per la sua strada, quella di azzerare il dissenso con ogni mezzo.
E dopo avere, non sappiamo fino a che punto metaforicamente, brindato per la cancellazione del programma di Colbert, da sempre grande censore delle idee del presidente/imprenditore, ora Trump, sentendosi forte e quasi invincibile, ha messo nel mirino un altro conduttore televisivo non allineato, Jimmy Kimmel, e il suo show, trasmesso dall'Abc.
Il clima che ormai si respira negli Stati Uniti è questo: parlare un verbo diverso da quello di Trump espone alla longa manus del presidente, che sa bene come muovere le proprie armi, che passano dagli insulti alle controversie giudiziarie. Una condizione che sta portando Trump ad andare oltre ogni galateo istituzionale, dicendo ''Adoro il fatto che Colbert sia stato licenziato" e "Jimmy Kimmel è il prossimo".
E lo dice mentre dalla Casa Bianca viene fatto rimbalzare un video, generato con l'intelligenza (intelligenza???) artificiale, che mostra Barak Obama arrestato dall'FBI, nello Studio Ovale, davanti ad un simil-Trump sghignazzante.
La CBS nel giustificare l'eliminazione dello show di Colbert (che comunque andrà in onda fino al prossimo maggio) parla di tutto, meno di quelli che per molti sono i motivi veri.
Cosa che invece fa la senatrice democratica Elizabeth Warren, affermando che gli americani meritano di sapere se lo spettacolo di Colbert "è stato cancellato per motivi politici".
I dirigenti della CBS hanno rilasciato una dichiarazione definendo la mossa una "decisione puramente finanziaria", etichettando Colbert come "insostituibile".
I colleghi conduttori a tarda notte hanno reagito con shock e rabbia, con Kimmel che ha scritto sui social media: "Ti amo Stephen'', mentre Jimmy Fallon ha scritto sui social media di essere "scioccato come tutti".
"Stephen è uno dei conduttori più acuti e divertenti che abbiano mai fatto. Pensavo davvero che avrei cavalcato tutto questo con lui per gli anni a venire", ha scritto Fallon.
E Trump ha semplicemente chiosato, parlando di Colbert, che ''il suo talento era persino inferiore alle sue valutazioni. Ho sentito che Jimmy Kimmel è il prossimo. Ha ancora meno talento di Colbert!'', per poi aggiungere che "Greg Gutfeld è migliore di tutti loro messi insieme, compreso l'idiota della NBC (Fallon, ndr) che ha rovinato il Tonight Show, un tempo grande".
Gutfeld è un conduttore per la Fox, rete conservatrice e che negli anni è stata la più convinta sostenitrice di Trump e delle sue politiche. Per dire, insomma, che per essere graditi a Trump bisogna solo parlare bene di lui.
Qualcuno (anzi più d'uno) ha fatto notare che la decisione della CBS è arrivata mentre la società madre, Paramount, sta cercando l'approvazione della Federal Communications Commission degli Stati Uniti per una fusione con Skydance Media, in un accordo del valore di 8,4 miliardi di dollari.
E trattandosi la Federal Communications Commissione un organismo politico, forse la decisione di licenziare Colbert assume un altro profilo.
Peraltro, Paramount pagherà a Donald Trump più di 24 milioni di dollari per risolvere una causa intentata per un'intervista con l'ex rivale presidenziale degli Stati Uniti Kamala Harris.
I critici, tra cui Colbert – che spesso condanna le azioni del presidente nel suo show – dicono che la società si è accontentata principalmente di eliminare un ostacolo alla vendita di Skydance.
In un monologo pronunciato lunedì, Colbert ha detto di essere "offeso" dall'accordo e ha scherzato sul fatto che il nome tecnico nei circoli legali per l'accordo era una "grossa tangente".
"Non è solo la fine del nostro show, ma è la fine del The Late Show sulla CBS. Non vengo sostituito. Tutto questo sta semplicemente scomparendo", ha detto Colbert al suo pubblico.
Colbert ha assunto il ruolo di conduttore di The Late Show nel settembre 2015, succedendo al veterano dell'emittente David Letterman, che ha lanciato il programma nel 1993 dopo che Jay Leno è stato nominato conduttore del Tonight Show di punta della NBC.