Un fulmine a ciel sereno ha colpito i vertici di X, la piattaforma precedentemente nota come Twitter. Ieri, Linda Yaccarino, l'amministratrice delegata che ha guidato l'azienda per due anni, ha annunciato le sue dimissioni immediate, senza fornire alcuna motivazione.
X: dimissioni a sorpresa di Yaccarino, ombre su Grok
La notizia è giunta il giorno successivo alla cancellazione, da parte di X, di numerosi post generati dal suo software di intelligenza artificiale, Grok, ritenuti apertamente antisemiti e inneggianti ad Adolf Hitler e all'Olocausto. Nonostante l'aggiornamento voluto da Elon Musk per rendere Grok più "politicamente scorretto" ed estremo nei toni, non è ancora chiaro se esista un collegamento diretto tra questi due eventi. Yaccarino, proveniente dal mondo della pubblicità, aveva assunto il ruolo di CEO nel 2023, un periodo particolarmente turbolento per X. All'epoca, numerosi inserzionisti avevano abbandonato la piattaforma, spaventati dai cambiamenti implementati da Elon Musk, che aveva acquisito il social nel 2022.
Nonostante i suoi sforzi per riconquistare gli inserzionisti abbiano prodotto risultati tangibili – si prevede infatti che quest'anno X registrerà un aumento dei ricavi pubblicitari per la prima volta dall'acquisizione di Musk – le sue tattiche non sono state esenti da critiche. Lo scorso giugno, il Wall Street Journal aveva riportato che X avrebbe persino minacciato azioni legali contro alcuni inserzionisti che si rifiutavano di acquistare spazi pubblicitari sulla piattaforma.
"Sono incredibilmente orgogliosa della squadra di X", ha dichiarato Yaccarino nel suo messaggio d'addio, esprimendo gratitudine a Musk per aver riposto in lei la sua fiducia. Con la sua uscita, Musk si trova ora di fronte alla scelta di nominare un nuovo numero uno o di assumere egli stesso la carica. Quest'ultima ipotesi è considerata remota dagli analisti, data la mole di impegni del miliardario, già concentrato su SpaceX e Tesla, e il suo crescente coinvolgimento politico.
Più arduo da risolvere, per Musk, si presenta il nodo di Grok, il chatbot di xAI che si propone come rivale di ChatGPT. La controversia è scoppiata quando gli utenti di X hanno iniziato a condividere le risposte del chatbot a domande riguardanti post che sembravano celebrare le vittime delle recenti alluvioni in Texas.
A chi gli chiedeva quale personaggio del ventesimo secolo fosse più adatto a gestire un "odio contro i bianchi così vile", Grok ha risposto: "Adolf Hitler senza dubbio". Il chatbot si è poi spinto oltre, suggerendo che una risposta in stile Olocausto sarebbe "efficace" per contrastare l'odio contro i bianchi, e ha insinuato che alcuni cognomi ebraici potessero essere più propensi a diffondere odio online. Questi commenti hanno scatenato una bufera, portando X a cancellare molti dei post, definiti dall'Anti-Defamation League "irresponsabili, pericolosi e antisemiti".
Musk, dal canto suo, ha imposto pochi limiti a Grok, sostenendo che il chatbot non debba aderire agli standard della correttezza politica. La sua argomentazione è che un'intelligenza artificiale eccessivamente "woke" potrebbe contribuire alla fine dell'umanità.