Economia

Dazi USA e dollaro debole mettono a rischio l’export italiano, PIL giù dello 0,8% entro il 2027

di Demetrio Rodinò
 
Dazi USA e dollaro debole mettono a rischio l’export italiano, PIL giù dello 0,8% entro il 2027
L’aggravarsi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea, con l’annuncio dell’aumento dei dazi americani fino al 30% su larga parte dei beni europei, potrebbe avere un effetto devastante sull’economia italiana. A lanciare l’allarme è il Centro Studi Confindustria (CSC) nel rapporto Congiuntura Flash di luglio 2025: l’impatto cumulato sul PIL nazionale potrebbe arrivare a -0,8% entro il 2027, mentre le esportazioni di beni perderebbero fino al 4% rispetto allo scenario base.

Dal 5 aprile sono già in vigore i dazi aggiuntivi del 10% su numerosi prodotti italiani, ma dal 1° agosto si rischia un aumento fino al 30%, con un’estensione a nuovi settori finora esentati: farmaceutica, semiconduttori, legname, aerei e cantieristica navale. Tra i prodotti già colpiti, metalli e autoveicoli sono soggetti al 25-50% di tariffa doganale. Secondo il CSC, l’Italia potrebbe perdere fino a 38 miliardi di euro in esportazioni verso gli USA, pari a oltre la metà delle vendite attuali.

Il cambio euro/dollaro resta sfavorevole per gli esportatori italiani: a luglio è stato registrato un tasso medio di 1,17, con picchi a 1,18, contro una media di 1,08 nel 2024. Il dollaro ha perso oltre il 13% dall’inizio dell’anno, un fattore che rende meno competitivi i prodotti europei sul mercato statunitense, già colpiti dalle barriere tariffarie.

Gli effetti si fanno già sentire. L’export italiano di beni è calato nel secondo trimestre 2025 del 3,6%, con un crollo nei mercati extra-UE (-5,7%). I settori manifatturieri sono in allerta: secondo un’indagine della Banca d’Italia, l’80% delle imprese che esportano principalmente negli USA prevede una riduzione delle vendite, e una su cinque anticipa minori investimenti.

Il PMI manifatturiero italiano è sceso a 48,4 punti a giugno, sotto la soglia di espansione (50), segnalando una contrazione in atto. Anche gli ordini di beni strumentali sono in calo da mesi (-19% a maggio), mentre la fiducia delle imprese resta su livelli bassi.

Secondo la simulazione del CSC:

- Il PIL italiano sarà inferiore dello 0,82% nel 2027 rispetto allo scenario senza dazi

- Gli investimenti fissi lordi caleranno dello 0,65%, con una riduzione dell’1% per macchinari e impianti

- Le esportazioni di beni perderanno quasi il 4%

- L’occupazione subirà un taglio stimato in 197 mila unità-lavoro annue entro il 2027


Di fronte a questo scenario, il CSC invita a puntare sul mercato unico europeo e sulla diversificazione geografica dell’export. Tra i mercati strategici individuati ci sono il Mercosur, l’India, l’Australia e i paesi ASEAN. Parallelamente, è fondamentale ridurre le barriere interne all’UE per stimolare scambi di beni e capitali, e migliorare le infrastrutture transeuropee.

 
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