Economia

Industria calzaturiera italiana, primi sei mesi del 2025 in calo ma con segnali di tenuta

di Redazione
 
Industria calzaturiera italiana, primi sei mesi del 2025 in calo ma con segnali di tenuta
La prima metà del 2025 si conferma difficile per l’industria calzaturiera italiana, che continua a fare i conti con una domanda interna debole, tensioni commerciali e mercati esteri in rallentamento. Tuttavia, il secondo trimestre ha mostrato un’attenuazione della flessione, lasciando intravedere qualche segnale di stabilizzazione. È quanto emerge dall’analisi del Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici, presentata in apertura di Micam, il Salone Internazionale della Calzatura in corso a Fiera Milano Rho.

Il bilancio gennaio-giugno segna un calo del fatturato del -5,6% e della produzione industriale del -9,5%, con una riduzione più contenuta nel periodo aprile-giugno. L’export, che rappresenta da sempre la principale leva per il comparto (con oltre l’85% della produzione destinata all’estero), mostra un andamento contrastante: +3,2% in volume nei primi cinque mesi del 2025 ma -2,7% in valore, con 84,5 milioni di paia vendute per 4,89 miliardi di euro. A pesare sono soprattutto le difficoltà nei mercati del Far East e nell’area CSI, mentre tengono i mercati comunitari (+1%) e crescono Emirati Arabi (+26,6%) e Turchia (+13,5%).

Il saldo commerciale, pur rimanendo positivo, cala a 2 miliardi di euro (-15,8% su base annua). I consumi interni restano stagnanti (-1,9% in volume), con un’unica eccezione per il segmento sneakers e calzature sportive, in lieve crescita (+1,2% in spesa). Nel frattempo, aumenta l’import (+18,2% in quantità), trainato dai flussi provenienti dall’Estremo Oriente (+45%), soprattutto Cina, Vietnam, Indonesia, Cambogia e Birmania.

Un capitolo delicato è quello dei dazi americani, entrati in vigore lo scorso agosto al 15% e al centro di un acceso contenzioso legale negli Stati Uniti. L’incertezza sugli sviluppi pesa sulle strategie delle imprese italiane, considerando che gli USA rappresentano il secondo mercato di destinazione per valore, con quasi 1,4 miliardi di euro di export nel 2024.

Le ripercussioni si riflettono anche sull’occupazione: nei primi sei mesi del 2025 si sono registrati -81 calzaturifici e -1.392 addetti, con gli occupati scesi a 69.449. L’utilizzo degli ammortizzatori sociali, pur in calo nel secondo trimestre (-28,1%), è cresciuto nel complesso del semestre (+12,8%), con incrementi particolarmente marcati in Toscana (+97%), Marche (+27%) ed Emilia-Romagna (+32%).

Le prospettive per la seconda parte dell’anno restano improntate alla cautela. Secondo l’indagine, il 58% degli imprenditori prevede un bilancio 2025 peggiore rispetto all’anno precedente. Le incognite legate alle tensioni geopolitiche e ai dazi commerciali non lasciano spazio a facili ottimismi, ma il settore punta a valorizzare la qualità e il brand del Made in Italy per affrontare un contesto sempre più competitivo.
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