Economia

Enti previdenza investono su mercati italiani. Natali: “Si poteva osare di più”

di Redazione
 
Enti previdenza investono su mercati italiani. Natali: “Si poteva osare di più”

Un primo passo, nella direzione di fare investire i cosidetti capitali pazienti, quelli delle casse di previdenza e dei fondi pensione, di più  anche nel nostro mercato azionario. E’ stato emanato, e dovrebbe essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale entro il mese di luglio, il regolamento del Ministero dell’economia e finanze, sentito il Ministero del lavoro e la Covip, che vigila su casse e fondi previdenziali, e che detta le norme per gli investimenti degli Enti previdenziali  Un provvedimento annunciato e voluto dal sottosegretario all’Economia Federico Freni per valorizzare il ruolo delle casse.
 
Provvedimento atteso quindi, da più di un decennio, che per Giovanni Natali, presidente di Assonext, è un buon inizio, anche se “si poteva osare di più”, scrive Natali su Linkedin.  Riportando una parte della normativa che, all’articolo 7, comma 3, prevede  che “gli enti investano le proprie risorse in maniera prevalente in strumenti finanziari negoziati nei mercati regolamentati”.
 
Risorse in arrivo, quindi, per le nostre pmi quotate? Sicuramente nelle ultime settimane il governo ha fatto pressione, meglio moral suasion, perché i fondi previdenziali investano in venture capital, sempre operando secondo il principio della sana e prudente gestione e perseguendo l’interesse collettivo degli iscritti  e dei beneficiari della prestazione pensionistica.

E questa potrebbe essere un’apertura anche per investimenti nel segmento Emg, l’Euronext Growth Milan dedicato a pmi dinamiche e competitive. Una iniezione di capitali freschi che resterebbero in Italia: questo peraltro è uno degli obiettivi che ci si era prefissi.

È stato lo stesso Natali a spiegare, giusto qualche settimana fa, come non fosse più “accettabile” che i fondi pensione investano circa 40 miliardi in azionario estero e 1,7 miliardi in azionario italiano. 

Di qui, la richiesta di "una moral suasion forte che fosse in grado di spingere verso investimenti nell’azionariato, anche nelle small cap italiane che talvolta hanno rendimenti superiori agli stessi segmenti stranieri".
 
Non un obbligo, quindi non una percentuale definita, il suggerimento di Natali; meglio  lasciare una certa discrezionalità ad  investire una parte del proprio portafoglio.

Fino ad ora d’altronde molti fondi pensione per investimenti del taglio di 15-20 milioni erano costretti ad andare ad investire all’estero. 

La gestione delle risorse degli enti, si legge all’articolo 3 della nuova normativa, può essere effettuata sia in forma diretta che in forma indiretta, attraverso soggetti così come previsti dal Tuf (testo unico delle finanza) anche in una dei paesi europei che abbiano ottenuto il mutuo riconoscimento, nonché da compagnie di assicurazione mediante ricorso a gestione dei rami vita, o da società di gestione del risparmio. Nel caso di gestione indiretta è previsto, tra l’altro, la titolarità in capo all’Ente dei diritto di voto sui valori mobiliari in cui sono investite le risorse dell’ente stesso.

Gli enti “valutano in via prioritaria gli investimenti volti a sostenere e a sviluppare il sistema economico e produttivo nazionale, anche con riferimento al sistema infrastrutturale, energetico e ambientale, ivi inclusa la rigenerazione urbana e la rifunzionalizzazione edilizia”.

 Sia che la gestione sia diretta, sia che sia affidata a terzi, annualmente viene riepilogata in un prospetto che ne espone i valori correnti, di carico, le eventuali svalutazioni o rivalutazioni. Viene inoltre predisposto dall’ente un documento sulla politica di investimento che indica gli obiettivi da realizzare con particolare riguardo alla combinazione rischio- rendimento. Gli enti investono appunto le loro risorsein misura prevalente in strumenti finanziari negoziati nei mercati regolamentati”. Gli investimenti in attività diverse deve essere adeguatamente motivati nel documento di politica di investimento. 

Le operazioni in strumenti derivati possono essere attuate “esclusivamente” per la finalità di riduzione del rischio di investimento e di efficiente gestione. 

Previste inoltre norme per evitare eventuali conflitti di interesse: gli amministratori dell’ente perseguono esclusivamente l’interesse collettivo degli iscritti e dei beneficiari delle prestazioni istituzionali.

Il dm emanato era previsto da un decreto del 2011, mai attuato fino ad ora e su cui il sottosegretario Freni era al lavoro da tempo. Un provvedimento che garantirà alle Casse maggiore autonomia, una migliore diversificazione del proprio portafoglio ed un contributo alla crescita del capitale. 

“Ci aggrappiamo a quel "in misura prevalente" sui mercati regolamentati, lasciando la possibilità di investire su EGM di Borsa Italiana, chiosa Natali su Linkedin.

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