Economia
Fisco, CGIA Mestre: il 90% delle tasse è “nascosto”. Oltre 20.000 euro l’anno per una famiglia tipo
di Redazione

Nel 2025 una famiglia italiana tipo composta da due lavoratori dipendenti con un figlio a carico verserà 20.231 euro in tasse e contributi, ma in oltre 9 casi su 10 il prelievo avviene in modo “nascosto” o alla fonte, spesso senza che i contribuenti ne siano pienamente consapevoli. A dirlo è il nuovo report dell’Ufficio Studi CGIA di Mestre, che mette in luce quanto il carico fiscale in Italia sia diffuso e, allo stesso tempo, poco percepito.
Il 61,8% del prelievo totale avviene alla fonte, direttamente in busta paga tramite ritenute Irpef, contributi previdenziali e addizionali. Un altro 35% è rappresentato da tasse nascoste nei consumi: IVA, accise sui carburanti ed energia, imposta RC auto, canone Rai, bolli su conti correnti e risparmi.
In definitiva, solo il 3,2% delle tasse viene pagato consapevolmente, attraverso versamenti diretti come il bollo auto e la TARI. Il resto sfugge al controllo diretto del contribuente.
Ecco come si distribuiscono i 20.231 euro medi annui di prelievo fiscale:
Tasse alla fonte: 12.504 euro
Contributi INPS: 5.503 euro
Ritenute Irpef: 5.831 euro
Addizionali: 1.170 euro
Tasse “nascoste”: 7.087 euro
IVA su acquisti: oltre 5.000 euro
Accise: 1.653 euro
Imposta RC Auto, Canone Rai, altri tributi
Tasse “consapevoli”: solo 640 euro
Bollo auto: 308 euro
TARI: 332 euro
Secondo la CGIA, questa modalità di prelievo “invisibile” spiega la maggiore tolleranza fiscale tra i dipendenti rispetto agli autonomi. Chi ha una partita IVA è infatti costretto a versare direttamente le tasse, percependone di più l’impatto e sviluppando un maggiore disagio psicologico e talvolta una maggiore propensione all’evasione.
Tuttavia, l’analisi precisa che solo il 30% del gettito fiscale proviene dall’Irpef, mentre il restante 70% deriva da imposte indirette che riguardano l’intera popolazione, indipendentemente dalla tipologia di reddito.
Nel confronto europeo, l’Italia si posiziona al 6° posto in UE per pressione fiscale, con un’incidenza pari al 42,6% del PIL (dato 2024). Peggio fanno solo Danimarca (45,4%), Francia, Belgio, Austria e Lussemburgo. La media UE è invece del 40,4%.
Per confronto:
Germania: 40,8%
Spagna: 37,2%
Irlanda: 23,6%
Nel nostro Paese si contano 42,5 milioni di contribuenti Irpef, di cui:
23,8 milioni lavoratori dipendenti
14,5 milioni pensionati
1,6 milioni autonomi
1,6 milioni altri redditi (affitti, titoli, ecc.)
Le province con più contribuenti Irpef sono:
- Roma: 2,98 milioni (di cui 105.000 autonomi)
- Milano: 2,46 milioni
- Torino: 1,66 milioni