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Italiani poco alfabetizzati al digitale, ma crescono preoccupazioni e regole in famiglia

Redazione
 
Italiani poco alfabetizzati al digitale, ma crescono preoccupazioni e regole in famiglia

Più della metà degli italiani ha incontrato online contenuti di odio, disinformazione o revenge porn, e oltre l’80% si dice preoccupato dei rischi connessi alla fruizione dei media digitali. Eppure, quasi la metà (44,1%) non sente il bisogno di chiedere aiuto o consigli per un uso più critico e consapevole dei mezzi di comunicazione. È quanto emerge dal nuovo rapporto AGCOM “I fabbisogni di alfabetizzazione mediatica e digitale nella popolazione italiana”, presentato oggi dal Presidente Giacomo Lasorella (in foto) insieme al Commissario Massimiliano Capitanio e al Direttore del Servizio Studi Mario Staderini.

Italiani poco alfabetizzati al digitale, ma crescono preoccupazioni e regole in famiglia

Il report, basato su un’indagine condotta su un campione di oltre 7 mila individui dai 6 anni in su, fotografa un Paese in cui il 90% della popolazione naviga quotidianamente in rete, con quasi la metà connessa per oltre quattro ore al giorno. Tuttavia, più di un terzo degli italiani sopra i 14 anni non possiede alcuna alfabetizzazione algoritmica, e solo il 7% raggiunge un livello definito ottimale.

Tra i dispositivi tecnologici, spiccano le smart tv e i computer portatili, presenti in due case su tre. L’80% della popolazione continua a fruire di media durante i pasti, spesso guardando programmi televisivi. I social media e le piattaforme video dominano tra gli under 35, che trascorrono online buona parte della giornata per informarsi, comunicare o intrattenersi.

Particolare attenzione viene riservata ai minorenni: oltre la metà di loro, in caso di difficoltà, si rivolge alla famiglia, un terzo agli insegnanti e il 30% (tra i 14 e i 17 anni) ad amici e compagni di scuola. Le famiglie italiane appaiono sempre più consapevoli: 8 su 10 applicano regole per l’uso dei media, con il 13% che impone un divieto totale e il 4,8% che lascia piena libertà. Le modalità di controllo variano in base all’età e al titolo di studio dei genitori: i più anziani e laureati preferiscono il monitoraggio e il co-using, mentre i più giovani e meno istruiti optano per restrizioni più rigide.

Nonostante le preoccupazioni, i comportamenti attivi di contrasto non sono ancora diffusi: solo un terzo verifica la fonte delle notizie potenzialmente rischiose, mentre oltre la metà evita di accedere a canali o piattaforme considerate pericolose. Inoltre, quasi la metà della popolazione non si rivolge a nessuno per consigli su un utilizzo più responsabile.

Sul fronte della consapevolezza algoritmica, il 41% degli italiani sopra i 14 anni non sa che le piattaforme utilizzano algoritmi per suggerire contenuti. Il 64,6% ha un livello nullo o scarso di alfabetizzazione algoritmica, anche se quasi la metà sa di poter personalizzare l’esperienza online. Tra questi, oltre l’80% utilizza strumenti di curation editoriale e più del 60% strumenti di segnalazione.

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