FOTO: Erik Drost - CC BY 2.0
Un Ken alto, carismatico, con la giacca del college e lo sguardo da campione. Ha una palla da basket in mano, cuffie da rapper e sul retro della giacca una scritta audace: “Just a kid from Akron”. No, non è un sogno surreale a metà tra l’infanzia e l’NBA: è LeBron James, e ora è anche una Barbie che, per la prima volta in oltre sessantacinque anni di storia, ha un nuovo volto maschile che non arriva dal mondo dello spettacolo, bensì dai parquet più iconici d’America. LeBron James – quattro titoli NBA, due ori olimpici, a quarant'anni anche uno dei migliori, e una carriera che ha ispirato intere generazioni – è infatti diventato Ken, il partner ideale della bambola più celebre del mondo.
LeBron James diventa bambola Barbie e riscrive (di nuovo) la storia
La notizia è stata diffusa dalla BBC e ha fatto il giro del mondo come una tripla da centrocampo allo scadere.
''Siamo entusiasti di offrire ai fan una nuova versione di Ken'', ha dichiarato Krista Berger, vicepresidente senior di Barbie presso Mattel, aggiungendo che la nuova bambola celebra LeBron ''come modello di riferimento", sottolineandone la capacità di trascendere la cultura e rappresentare un "esempio positivo per la prossima generazione".
E in effetti, il Ken-LeBron ha ben poco del biondino in spiaggia con pantaloncini floreali. La bambola indossa una giacca varsity blu navy con le iniziali “LJ” sul petto, una toppa dell’Ohio e una con la corona sulla manica, e ovviamente il numero 23, il suo numero storico.
Sotto, una maglietta che recita “We Are Family” – un omaggio alla fondazione benefica dell’atleta – e accessori da perfetto giocatore urban: pallone da basket, cuffie, sneaker. Non mancano nemmeno le proporzioni da star: il Ken-LeBron è alto due centimetri e mezzo in più rispetto al Ken classico. D’altronde, anche in scala ridotta, LeBron non passa inosservato.
Nel video promozionale pubblicato da Mattel, lo stesso James ha reagito con un sorriso contagioso: ''Oh, è fantastico! È davvero figo!'', ha esclamato ricevendone una copia. Poi, con la consueta autoironia che lo contraddistingue, ha aggiunto: "Forse avrebbe bisogno di sollevare un po' di peso, le sue gambe sembrano magre".
Oltre alla dimensione giocattolo, questa collaborazione segna un momento importante anche per Mattel, che negli ultimi anni ha cercato di trasformare il mondo Barbie in un universo sempre più inclusivo e rappresentativo. Dopo aver celebrato figure come Serena Williams, Naomi Osaka e Megan Rapinoe, è la prima volta che un uomo – e per di più un atleta – entra a far parte dell’élite delle "Barbie Role Models". Un ingresso in grande stile, ma anche in un momento delicato per l’azienda.
Come ha riportato la BBC, Mattel si trova in una fase di incertezza finanziaria, complice la guerra commerciale tra l’amministrazione Trump e la Cina, dove si trova quasi il 40% della produzione aziendale. Con l’annuncio di nuovi dazi, Mattel ha infatti dichiarato che potrebbe essere costretta ad aumentare i prezzi e rivedere la catena di approvvigionamento. Un contesto teso, in cui il debutto del Ken-LeBron assume anche un ruolo strategico: rinfrescare l’immagine del brand, rilanciare le vendite e, perché no, far sognare nuovi pubblici.
Ma per LeBron, che già da anni è attivo con la sua fondazione nell’ambito dell’educazione e dell’inclusione, questa non è solo un’operazione commerciale. È un messaggio. "È un'opportunità per riconoscere il forte impatto di modelli di riferimento che infondono fiducia, ispirano sogni e mostrano ai ragazzi che anche loro possono raggiungere la grandezza", ha detto l’atleta, che si ritrova così sullo scaffale, tra principesse, medici e astronauti: un Ken con il cuore dell’Ohio e la grinta dell’NBA. Un Ken che, come LeBron in campo, alza l’asticella.