Esteri

Medio Oriente: la guerra nel racconto dei media internazionali

Barbara Leone
 
Medio Oriente: la guerra nel racconto dei media internazionali

Israele ha sferrato nella notte un’offensiva massiccia contro obiettivi strategici iraniani, compresi siti nucleari e postazioni dell’élite militare dei Pasdaran. L’operazione arriva dopo cinque giorni di tensione crescente e di attacchi reciproci, in un’escalation che ora fa tremare non solo il Medio Oriente, ma l’intero equilibrio geopolitico mondiale. "L'aeronautica israeliana attacca obiettivi vicino a Teheran dopo il lancio di un missile dall'Iran" titola Haaretz, confermando che gli F-35 dello Stato ebraico hanno colpito aree sensibili nei pressi di Tehran.

Medio Oriente: la guerra nel racconto dei media internazionali

Secondo quanto riportato dalla CNN, Israele avrebbe colpito “impianti nucleari e figure di spicco del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie” in risposta a sei ondate consecutive di attacchi missilistici e di droni lanciati dall’Iran.

“L’Iran lancia missili e droni contro Israele, mentre Israele attacca i suoi siti nucleari e i comandanti di alto rango”, titola l’emittente americana, sottolineando la portata senza precedenti di questo nuovo e pericoloso scambio di fuoco.

Le Forze di Difesa israeliane (IDF) hanno dichiarato che “oltre 50 jet da combattimento dell’Aeronautica militare, guidati con precisione dall’intelligence, hanno portato a termine una serie di attacchi mirati contro obiettivi militari nell’area di Teheran nelle ultime ore”. Tra i bersagli colpiti, riferisce l’esercito, figurano anche strutture utilizzate per la produzione di missili terra-terra e terra-aria.

In un comunicato ufficiale, Israele ha inoltre confermato di aver bombardato un impianto di produzione di centrifughe a Teheran, con l’obiettivo dichiarato di rallentare “il programma iraniano di sviluppo di armi nucleari”. “Il regime iraniano sta arricchendo uranio con l’intento di dotarsi di armamenti nucleari”, si legge nella nota dell’IDF. Tuttavia, osserva la CNN, permangono divergenze interpretative tra funzionari statunitensi e israeliani circa la reale natura del programma nucleare iraniano. Da tempo, militari e analisti dell’intelligence USA segnalano che Washington e Tel Aviv non sempre condividono le stesse valutazioni sulle intenzioni e sul livello di avanzamento dell’Iran nella corsa all’atomica.

Nel frattempo, sulla capitale iraniana si sono abbattuti raid devastanti, tanto che The Guardian riporta un'esortazione diretta dell’IDF alla popolazione: “Le forze di difesa israeliane hanno lanciato una nuova ondata di attacchi su Teheran avvisando i residenti di evacuare”.

In un aggiornamento, The Guardian rilancia poi le parole del presidente Donald Trump: “L’Iran deve arrendersi senza condizioni”, titola il liveblog, mentre la tensione interna americana cresce di ora in ora. A infiammare ulteriormente la retorica ci pensa la guida suprema iraniana Ali Khamenei, che secondo Le Monde ha dichiarato: “La battaglia è cominciata”, aggiungendo che non ci sarà alcuna pietà per Tel Aviv.

Il quotidiano francese dedica ampio spazio anche alle divisioni in seno all’amministrazione americana, con un secondo articolo intitolato: “La tentazione di un intervento militare americano semina discordia”, che racconta le fratture interne tra chi, negli ambienti conservatori vicini a Trump, vorrebbe un intervento diretto e chi teme il baratro di una nuova guerra su larga scala. Anche la stampa spagnola segue con attenzione l’evolversi del conflitto. “Israele deve essere fermato”, scrive El País in un editoriale durissimo che accusa Netanyahu di aver strumentalizzato la crisi per ragioni politiche interne, e chiede agli Stati Uniti di “usare il proprio peso per fermare immediatamente l’escalation”.

Secondo un altro articolo dello stesso quotidiano, l’Iran sarebbe riuscito a penetrare le sofisticate difese aeree israeliane con alcune testate: “L'Iran trova crepe nello scudo missilistico israeliano”, si legge, mentre un terzo pezzo conferma che “L'Iran colpisce obiettivi civili e militari israeliani”, nel corso della quinta ondata di missili lanciati contro Tel Aviv e Gerusalemme.

La situazione appare sempre più fluida e imprevedibile. Il Washington Post riferisce che “Israele si prepara a una nuova forma di guerra”, dopo aver subito per giorni lanci missilistici incessanti. “Le città israeliane sono paralizzate”, scrive il quotidiano statunitense, riportando 24 vittime civili e danni estesi a infrastrutture pubbliche.

In un secondo articolo, il giornale sottolinea come “il conflitto rafforzi la posizione politica di Netanyahu, ma gli israeliani temono una lunga guerra”, evidenziando un crescente malcontento all’interno del Paese. Secondo The Wall Street Journal, Israele ha ufficialmente colpito il programma nucleare iraniano: “Israele lancia un attacco agli impianti nucleari dell’Iran”, titola il giornale economico. I raid avrebbero preso di mira almeno tre siti identificati come strategici, tra cui il reattore sotterraneo di Fordow, con l’intento — secondo fonti militari — di infliggere un colpo paralizzante alla capacità di arricchimento dell’uranio da parte di Teheran. Intanto, secondo El País, l’Iran avrebbe predisposto batterie missilistiche pronte a colpire le basi americane in Medio Oriente qualora Washington decidesse di entrare attivamente nel conflitto.

“L'Iran ha preparato missili contro le basi statunitensi nel caso in cui Trump si unisse a loro”, scrive il quotidiano, alludendo a un piano d’emergenza già in stato operativo. Un quadro inquietante è quello che emerge anche dalla stampa tedesca. Die Welt riferisce che tra il 13 e il 18 giugno l’Iran ha lanciato oltre 150 missili balistici e più di 100 droni, una potenza di fuoco “paragonabile a una vera e propria guerra convenzionale”. Il conflitto, aggiunge il quotidiano, si sta progressivamente trasformando in una sfida “asimmetrica e transregionale”. Intanto, secondo quanto riportato da Global News, Ottawa ha deciso di evacuare parte del personale diplomatico in Israele e nei territori palestinesi.

Quattro funzionari non essenziali sono stati trasferiti fuori da Tel Aviv e Ramallah, insieme a venti familiari. La misura precauzionale è stata presa in seguito all'escalation militare tra Teheran e Gerusalemme, che ha visto il lancio di missili e droni da parte dell’Iran e i successivi attacchi aerei israeliani su obiettivi strategici iraniani. Il governo canadese ha inoltre emesso nuovi avvisi di viaggio rivolti agli oltre 80.000 cittadini canadesi attualmente presenti in Medio Oriente, tra cui circa 3.500 in Iran e 6.700 in Israele e nei territori palestinesi.

Secondo quanto riferito dal Ministero degli Affari Esteri, squadre consolari d’emergenza sono state attivate per fornire assistenza in caso di ulteriori sviluppi. Infine, l’editoriale di Le Monde lancia un monito: “L’Occidente non può permettersi un’altra guerra lunga e devastante alle porte dell’Asia”.

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