Mfe-MediaForEurope, guidata da Pier Silvio Berlusconi, consolida la propria leadership nel mercato televisivo europeo grazie al passo indietro di Ppf, la holding ceca che ha deciso di cedere il 15,68% di ProSiebenSat.1 Media all’offerta promossa dal gruppo italiano. Con questa operazione Mfe porta la propria partecipazione a oltre il 58% del capitale del broadcaster tedesco, un traguardo che apre la strada alla nascita di un vero e proprio polo televisivo continentale.
Mfe rafforza il controllo su Prosieben: nasce il polo televisivo europeo
Il ritiro di Ppf segna un punto di svolta: la finanziaria ha riconosciuto di non poter più svolgere il ruolo di investitore strategico e, in cambio, ottiene una quota di diritti di voto ed economici in Mfe. L’uscita dell’azionista ceco arriva dopo il fallimento della sua proposta alternativa, che non aveva convinto il mercato. Di fatto, l’accordo rappresenta la vittoria di Berlusconi su un progetto che coltiva dal 2019, quando Mfe entrò per la prima volta nel capitale del gruppo bavarese.
L’integrazione tra Mfe e ProSiebenSat.1 darà vita a un colosso da dodicimila dipendenti e con un bacino potenziale di 300 milioni di telespettatori in Italia, Germania, Spagna, Austria e Svizzera. Le sinergie stimate raggiungono i 419 milioni di euro entro il 2029, con benefici immediati già dal 2026 pari a 80 milioni di euro e un incremento atteso dell’utile per azione fino al 69%. Un impatto significativo che dovrebbe riflettersi anche su dividendi più generosi per gli azionisti.
Il percorso resta comunque vigilato dalle istituzioni. A settembre è in programma un incontro con il ministro tedesco della Cultura, Wolfram Weimer, per rassicurare Berlino su indipendenza editoriale e tutela dei posti di lavoro. Sul fronte regolatorio, l’operazione ha già ottenuto via libera in Baviera, Austria, Svizzera e Unione Europea; l’ultimo passaggio formale arriverà dagli Stati Uniti il 3 settembre, legato alle attività di ProSieben nel settore dell’online dating.
Nonostante il rafforzamento, Mfe non punta a un delisting immediato da Francoforte, obiettivo che richiederebbe il 75% dei voti in assemblea. Pier Silvio Berlusconi ha ribadito che il pluralismo editoriale resterà un pilastro della governance, già oggi saldamente in mano italiana con quattro seggi su nove nel consiglio di sorveglianza e la probabile uscita dei rappresentanti di Ppf.
ProSieben affronta questo cambio di controllo dopo anni difficili, segnati da errori di strategia negli investimenti digitali, dal calo della pubblicità e da un indebitamento compreso tra 1,5 e 2 miliardi di euro. Un fardello che confluirà nei conti di Mfe, sostenuta però da una robusta linea di credito da 3,7 miliardi messa a disposizione da un pool di banche italiane ed estere, con Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Unicredit in prima fila come advisor e finanziatori.
Il mercato ha accolto positivamente la notizia. Un segnale che conferma come il progetto del polo televisivo europeo a trazione italiana sia considerato non solo una mossa industriale strategica, ma anche un’occasione di crescita per il settore mediatico e per gli investitori.