Esteri

Migranti, Usa: la Corte suprema dice sì alle espulsioni verso Paesi terzi

Redazione
 
Migranti, Usa: la Corte suprema dice sì alle espulsioni verso Paesi terzi

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha segnato una importante vittoria nelle sue politiche contro gli immigrati clandestini. La Corte Suprema, ieri sera, ha aperto la strada alla ripresa delle espulsioni di immigrati clandestini verso paesi stranieri, cioè diversi da quelli di origine.

Migranti, Usa: la Corte suprema dice sì alle espulsioni verso Paesi terzi

La decisione della Corte, a maggioranza conservatrice, è arrivata in risposta a un ricorso d'urgenza presentato dal Dipartimento di Giustizia in seguito alla decisione di una corte federale di sospendere le espulsioni.
La Corte Suprema non ha motivato la sua decisione e i tre giudici progressisti (nove quelli conservatori) non hanno condiviso la deliberazione. Ora il caso che contesta queste espulsioni verso Paesi terzi sarà ora esaminato da una corte d'appello, ma la decisione della Corte Suprema consente loro di proseguire per il momento.

Ad aprile, il giudice federale Brian Murphy ha ordinato la sospensione delle espulsioni verso Paesi terzi, ravvisando che gli immigrati irregolari non avevano alcuna possibilità di contestarle. Ha poi dichiarato che gli immigrati devono avere almeno 15 giorni di tempo per contestare l'espulsione e fornire prove del rischio di tortura o morte in caso di espulsione dagli Stati Uniti.

Il caso iniziale riguarda otto immigrati condannati per crimini violenti negli Stati Uniti, secondo il governo. Si sono imbarcati su un volo per il Sud Sudan e si trovano a Gibuti dalla sentenza del tribunale. Tra loro ci sono due cittadini birmani, un cittadino vietnamita, un cittadino laotiano, due cubani, un cittadino messicano e un cittadino sudsudanese.

Il Dipartimento per la sicurezza interna ha salutato la decisione della Corte Suprema come una "vittoria per la sicurezza e l'incolumità del popolo americano".

La giudice progressista della Corte Suprema Sonia Sotomayor ha espresso un dissenso accusando l'Amministrazione di "condotta palesemente illegale" che "mette migliaia di persone a rischio di tortura o morte".
"L'Amministrazione ha chiarito, con parole e azioni, di non sentirsi vincolata dalla legge e di essere libera di espellere chiunque, ovunque, senza preavviso o possibilità di essere ascoltata", ha aggiunto.

Donald Trump ha fatto della lotta all'immigrazione illegale una priorità assoluta, parlando di un' "invasione" degli Stati Uniti da parte di "criminali stranieri" e parlando ampiamente di espulsioni di immigrati. Ma il suo programma di espulsioni di massa è stato ostacolato o rallentato da molteplici sentenze giudiziarie, comprese quelle della Corte Suprema, che hanno ribadito che le persone prese di mira devono poter far valere i propri diritti.

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