Esteri

World Media Headlines: Trump-Zelensky, incontro a Washington tra pressioni e ipotesi di compromesso

Barbara Leone
 
World Media Headlines: Trump-Zelensky, incontro a Washington tra pressioni e ipotesi di compromesso

In primo piano sui media di tutto il mondo l’atteso faccia a faccia fra Donald Trump e Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca, un vertice che secondo la CNN si annuncia carico di tensioni e compromessi dolorosi. Il presidente ucraino, secondo diversi analisti, si presenterà a Washington in una posizione delicata: “Trump gli ha detto in termini inequivocabili che dovrà accettare che il territorio perduto è in gran parte perduto a lungo termine”, ha spiegato alla CN Robert English, direttore degli studi sull’Europa centrale all’Università della California del Sud.

World Media Headlines: Trump-Zelensky, incontro a Washington tra pressioni e ipotesi di compromesso

Crimea e Donbass, insomma, resteranno sotto controllo russo, e l’agenda dei colloqui verterà più sulla costruzione di solide garanzie di sicurezza per il futuro che sulla restituzione dei territori. Un segnale di sostegno a Zelensky arriverà comunque dalla presenza a Washington di Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Keir Starmer e Ursula von der Leyen, impegnati a mostrare compattezza europea sul dossier. English sottolinea come i colloqui puntino a un meccanismo di sicurezza “molto vicino alla protezione NATO”, senza però formalizzare un’adesione di Kiev all’Alleanza.

Il tema è stato rilanciato anche da Reuters, che cita l’inviato speciale di Trump in Russia, Steve Witkoff. Quest’ultimo ha parlato di un’apertura da parte del Cremlino a un sistema di protezione “simile all’Articolo 5”, ossia la clausola di difesa collettiva prevista dal Trattato Nord Atlantico. Sarebbe la prima volta, ha affermato Witkoff, che Mosca accetterebbe un’ipotesi del genere, pur ribadendo il veto assoluto all’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Sul tavolo restano anche le annessioni russe del 2023: Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson. Trump ha già anticipato che il compromesso richiesto a Kiev sarà quello di rinunciare alla Crimea e all’adesione atlantica, lasciando aperto lo scontro sul futuro delle altre regioni occupate.

Intanto, la guerra a Gaza continua a spaccare Israele e a devastare la popolazione palestinese. Come racconta il Guardian, a Tel Aviv si è tenuta una delle più grandi manifestazioni dall’inizio del conflitto, con circa 500.000 persone scese in piazza per chiedere la fine della guerra e il ritorno degli ostaggi. Lo slogan gridato nella cosiddetta “Piazza degli Ostaggi” era chiaro: “Riportateli tutti a casa! Fermate la guerra!”. La protesta ha avuto un forte impatto emotivo, amplificato dalla diffusione di un video dell’ostaggio Matan Zangauker, apparso debilitato e in lacrime mentre si rivolgeva alla famiglia. La madre, Einav, tra le figure di spicco del movimento, ha accusato il governo di aver trasformato “una guerra giusta in una guerra inutile”.

Sul terreno, però, la linea resta dura. Secondo Haaretz, l’esercito israeliano ha approvato nuovi piani per la conquista di Gaza, mentre il ministero della Sanità di Hamas denuncia 47 morti palestinesi solo negli ultimi giorni. L’ex presidente della Knesset, Avraham Burg, ha chiesto addirittura che un milione di ebrei in tutto il mondo si uniscano a una denuncia collettiva contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia, accusandolo di crimini contro l’umanità. La situazione umanitaria è intanto drammatica.

Al Jazeera riporta che l’ONU parla apertamente di “carestia provocata dall’uomo” e chiede di tornare a un sistema di distribuzione guidato dalle Nazioni Unite. Juliette Touma dell’UNRWA ha definito “un abominio” i tentativi di sostituire il coordinamento internazionale con sistemi alternativi sponsorizzati da Israele e Stati Uniti. Secondo il Programma Alimentare Mondiale, le forniture coprono appena il 47% del fabbisogno e circa 500.000 persone sono sull’orlo della fame.

Sul fronte politico, i riflettori si spostano sulla Bolivia. Come racconta la CNN, il Paese andino si avvia a un ballottaggio senza precedenti: il senatore centrista Rodrigo Paz, outsider della competizione, ha ottenuto il 32,8% dei voti, superando l’ex presidente di destra Jorge “Tuto” Quiroga, fermo al 26,4%. Nessuno dei candidati ha raggiunto la soglia necessaria per vincere al primo turno. Il vero sconfitto è il MAS, il partito di Evo Morales, che dopo vent’anni di dominio politico subisce una battuta d’arresto storica. Il conflitto sociale esplode invece in Canada, dove Reuters descrive una situazione senza precedenti: una flotta di aerei è rimasta a terra dopo che gli assistenti di volo di Air Canada hanno respinto l’ordine governativo di rientrare al lavoro.

Il sindacato CUPE, che rappresenta 10.000 lavoratori, denuncia retribuzioni insufficienti e chiede di essere pagato anche per il lavoro a terra. Il governo studia soluzioni drastiche, dai tribunali a una legge speciale, ma gli esperti avvertono: la Corte Suprema ha già stabilito che limitare il diritto di sciopero è una misura estrema. Nel frattempo, la compagnia aerea ha dovuto rinviare la ripresa delle operazioni, mentre cresce la solidarietà dei cittadini nei confronti degli scioperanti.

Sul fronte economico, l’India annuncia una mossa che potrebbe cambiare le dinamiche dei consumi interni. Come anticipa Reuters, il governo Modi ha proposto un taglio della GST sulle auto di piccola cilindrata dal 28 al 18%, insieme a una riduzione drastica delle imposte sulle assicurazioni vita e salute, che potrebbero scendere al 5% o addirittura essere azzerate. L’annuncio, atteso per il Diwali, punta a rilanciare un settore automobilistico penalizzato dal boom dei SUV e a dare ossigeno a milioni di famiglie. Un pacchetto che, se approvato, rappresenterebbe la più grande riduzione fiscale dal 2017. Chiudono il quadro le notizie raccolte da Bloomberg, che fotografano un’economia globale in costante trasformazione. Mediobanca affronta un voto cruciale sulla propria indipendenza, mentre in Sudafrica il colosso MTN rinnova la governance dopo il ritorno all’utile.

In Giappone Goldman Sachs ha promosso Yoshito Takanabe a co-responsabile dell’Investment Banking, e Jefferies si prepara a nominare Melly di JPMorgan a capo del settore istituzioni finanziarie per l’area APAC. Sul fronte energetico, l’India continua a comprare petrolio russo in maniera “opportunistica”, secondo l’analista Navarro, mentre in Cina i titoli dei media registrano forti rialzi in attesa di un allentamento delle regole sui drammi televisivi.

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