Ambiente & Sostenibilità

Pakistan, le inondazioni aggravate dal cambiamento climatico. Gli esperti: “Eventi previsti per il 2050”

Redazione
 
Pakistan, le inondazioni aggravate dal cambiamento climatico. Gli esperti: “Eventi previsti per il 2050”

Secondo un nuovo studio internazionale, le devastanti piogge monsoniche che hanno colpito il Pakistan nelle ultime settimane, causando centinaia di vittime e danni ingentissimi, non sono state un semplice fenomeno naturale, ma il riflesso diretto del cambiamento climatico causato dall’uomo.

Pakistan, le inondazioni aggravate dal cambiamento climatico

A riportarlo è la CNN, che cita le conclusioni della World Weather Attribution (WWA), un gruppo di scienziati che analizza l’impatto del riscaldamento globale sugli eventi meteorologici estremi. Tra il 24 giugno e il 23 luglio, le precipitazioni nel Paese sono state fino al 15% più intense del normale proprio a causa del riscaldamento globale. Una differenza che, in una nazione già fragile dal punto di vista infrastrutturale, si è tradotta in crolli di edifici, campi devastati e villaggi spazzati via.

Secondo i dati ufficiali, dal 26 giugno il governo pakistano ha contato almeno 300 morti e 1.600 abitazioni danneggiate. Dietro le cifre ci sono le vite di migliaia di famiglie. Come quella di Saqib Hassan, imprenditore cinquantenne del Pakistan settentrionale, che ha visto la sua casa e quelle di 18 parenti distrutte dall’alluvione del 22 luglio. “Ora siamo senza casa. Le nostre case sono state distrutte. Tutto ciò che il governo ci ha dato sono razioni alimentari per un valore di 50.000 rupie (177 dollari) e sette tende, dove viviamo da due settimane”, ha raccontato all’Associated Press. Hassan ha perso anche la sua attività agricola: gli animali da fattoria trascinati via dalla piena gli hanno provocato danni per circa 100 milioni di rupie (360.000 dollari). E gli avvertimenti per evacuare, racconta, erano stati soltanto “annunci all’ultimo minuto da una moschea vicina”.

Secondo gli esperti, la situazione è persino peggiore di quanto immaginato. Jakob Steiner, climatologo che lavora a Islamabad, pur non avendo partecipato allo studio WWA, ha spiegato che “molti degli eventi che avevamo previsto per il 2050 si sono verificati nel 2025, poiché le temperature di quest’estate, ancora una volta, sono state ben al di sopra della media”. Un campanello d’allarme che non riguarda solo il Pakistan: negli ultimi mesi, l’intera regione himalayana è stata travolta da piogge e frane.

In Nepal lo straripamento di laghi glaciali ha spazzato via dighe e un ponte chiave verso la Cina, mentre nel nord dell’India le inondazioni hanno causato morti e dispersi. Lo studio WWA non lascia dubbi: le piogge monsoniche sono diventate più violente perché un’atmosfera più calda trattiene più umidità. “Ogni decimo di grado di riscaldamento porterà a piogge monsoniche più intense, evidenziando perché una rapida transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili è così urgente”, ha sottolineato Mariam Zachariah, ricercatrice del Centre for Environmental Policy dell’Imperial College di Londra e autrice principale del rapporto.

 Un paradosso amaro: il Pakistan contribuisce a meno dell’1% delle emissioni globali di gas serra, ma è uno dei Paesi che paga il prezzo più alto. Nel 2022 aveva già vissuto la stagione monsonica più devastante della sua storia recente, con oltre 1.700 vittime e danni stimati in 40 miliardi di dollari. Il rapporto mette in luce anche l’ingiustizia climatica: mentre i Paesi più ricchi sono responsabili della maggior parte delle emissioni, i fondi globali destinati a sostenere le nazioni più vulnerabili restano largamente insufficienti. Le Nazioni Unite avvertono che il fondo per “perdite e danni” causati dal clima contiene appena una frazione di quanto servirebbe realmente.

 Gli autori dello studio segnalano che gran parte della popolazione urbana pakistana vive in insediamenti precari, spesso costruiti proprio in aree a rischio alluvioni. È qui che si è consumata la tragedia: il crollo delle abitazioni ha provocato oltre la metà delle vittime. Metà della popolazione urbana del Pakistan vive in insediamenti fragili, dove le inondazioni causano il crollo delle case e vittime”, ha dichiarato Maja Vahlberg, del Centro Climatico della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, che ha contribuito allo studio. “Costruire case resistenti alle inondazioni ed evitare di costruire nelle zone soggette a inondazioni contribuirà a ridurre l’impatto delle forti piogge monsoniche”.

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