I prezzi del petrolio oggi hanno registrato una ripresa, salendo dell'1%, nel timore che i dazi statunitensi possano deprimere la domanda e portare a una recessione globale, anche se gli analisti hanno avvertito che permangono rischi al ribasso.
Petrolio: salgono (+1%) i prezzi, nel timore che i dazi Usa deprimano la domanda
I future sul Brent sono saliti di 66 centesimi, l'1%, a 64,87 dollari al barile, mentre i future sul greggio US West Texas Intermediate sono saliti di 67 centesimi, l'1,1%, a 61,37 dollari.
Ieri il Brent e il WTI sono crollati rispettivamente del 14% e del 15% in seguito all'annuncio del 2 aprile da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di "dazi reciproci" su tutte le importazioni.
I prezzi del petrolio hanno recuperato parte delle perdite grazie a una ripresa sostenuta dalla stabilità dei mercati azionari. Oggi una nota della banca olandese ING ha affermato che i rischi erano ancora orientati al ribasso a causa delle minacce del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di imporre un ulteriore dazio del 50% sui prodotti cinesi se non avesse rimosso il dazio di ritorsione del 34% entro martedì.
Dando per poco probabile una marcia indietro della Cina (che anche oggi ha fatto capire di essere pronta allo scontro commerciale con Washington), ING, nella sua nota, afferma di aspettarsi ''un'ulteriore escalation, che non farà che esacerbare le preoccupazioni sulla crescita e le preoccupazioni sulla domanda di petrolio".
Ieri i prezzi del petrolio sono scesi del 2% a causa dei timori che le ultime tariffe commerciali del Presidente Trump possano spingere le economie globali in recessione e ridurre la domanda di energia. I mercati, tuttavia, prevedono un potenziale limite alla traiettoria discendente dei prezzi del petrolio.
Trump sostiene che i dazi - un minimo del 10% per tutte le importazioni dagli Stati Uniti, con aliquote mirate fino al 50% - faciliterebbero la ripresa della base industriale statunitense che, a suo dire, è in declino a causa di decenni di liberalizzazione degli scambi.
I future sul Brent e sul greggio US West Texas Intermediate hanno toccato il livello più basso da aprile 2021.
Intanto da Mosca giunge eco dei timori della governatrice della banca centrale russa, Elvira Nabiullina, per il calo dei prezzi globali del petrolio, innescato dai dazi di Trump. In una nota della Tass, Nabiullina ha detto che questa dinamica dei prezzi del petrolio rappresenta un rischio per l'economia russa.
Secondo quanto riportato dalla Tass, la banca centrale russa sta analizzando le ricadute, ma ha anche aggiunto che una norma tecnica sul bilancio ne attenuerebbe le conseguenze.
"Avete assolutamente ragione quando dite che il principale canale di influenza potrebbe essere rappresentato dalle variazioni dei prezzi del petrolio, in particolare da una loro diminuzione", ha dichiarato Nabiullina ai membri della camera bassa del parlamento russo, secondo quanto riportato dalla TASS.
"Se queste guerre tariffarie, e stiamo assistendo a un'escalation di guerre tariffarie, dovessero continuare, ciò porterebbe solitamente a un declino del commercio globale, dell'economia globale e forse anche della domanda delle nostre risorse energetiche", ha affermato.