Se la ragionevolezza si trovasse su uno scaffale, consiglieremmo a Pier Silvio Berlusconi di farne una buona scorta per non cadere nella seduzione della politica, che ha il suo fascino, che attira manco fosse il canto delle sirene, ma porta con sé un potenziale pericolo: quello di farsi dominare da essa e non il contrario, per come dovrebbe essere.
Pier Silvio Berlusconi, davanti al bivio sulla politica, non cada vittima della seduzione del potere
Se spesso padri e figli si somigliano, anche solo per il fatto che i primi spesso fanno da esempio ai secondi, non è detto che le cose vadano allo stesso modo. E quindi stentiamo a comprendere il perché Pier Silvio Berlusconi lasci aperta uno spiraglio alla possibilità di entrare in politica.
Non perché non ne abbia o ne avrebbe le capacità (chi è a capo, sia pure insieme alla sorella Marina, di una azienda di respiro globale, con interessi specifici in Europa), ma semplicemente perché dovrebbe scegliere cosa fare, correndo il rischio dell'asino di Buridano, morto di fame perché indeciso quale due due cumuli di fieno mangiare.
La politica, e ci rivolgiamo direttamente a Pier Silvio Berlusconi, è una bestia difficile da governare, anche se hai un cognome importante; anche se, da quando portavi i calzoni corti, hai respirato l'aria della grande imprenditoria, della finanza, della comunicazione.
La politica è come quel cavallo sul quale si sale in corsa, ma che può buttarti giù con un scarto improvviso, anche se non ha l'intenzione di sbatterti a terra.
E lei, gentile dottor Berlusconi, per dimostrare quanto vale non ha bisogno di andare a sedersi sui banchi di un Parlamento che, quotidianamente, dà una immagine non edificante, mostrando il lato peggiore del nostro Paese, dove l'evidenza non conta nulla davanti all'interesse di pochi.
La famiglia Berlusconi, con l'avvento del 'berlusconismo', ha scosso l'Italia, ha contribuito a cambiarle volto, ad abbattere steccati, anche se ne ha eretti di altri, e di questo il ''Cavaliere'' ha pagato un prezzo, che sarà la Storia a dire se immeritato o meno.
Caro dottor.Berlusconi, per questo le diciamo di continuare a fare ciò in cui è bravo e nel quale - non parlando degli affetti familiari - ha collaboratori che la aiutano al meglio per raggiungere i suoi obiettivi.
Crede veramente che, in politica, potrebbe fare lo stesso? Crede che la sua attività di parlamentare potrebbe essere aiutata dal chiacchiericcio ipocrita che si sente nel Transatlantico, tra ambizioni represse e coltelli nascosti nelle pieghe delle toghe, tanto cari a Bruto e Cassio?
Gentile dottor Berlusconi, se, come crediamo ama il mare come suo padre, resti a godersi gli orizzonti alla guida della sua barca e non faccia salire a bordo la canea di ammiratori che canterebbero le sue lodi, ma pronti a saltare su un altro carro.
Lei non è il Nerone di Petrolini, lei è un capitano d'industria, capace di analisi brutali e di autocritiche durissime (ne sa qualcosa chi lei ha messo alla guida delle sue reti televisive): pensa veramente che potrebbe restare sé stesso, seppure circondato da corifei che la incenseranno solo per captare la sua benevolenza?
Noi, nel nostro piccolo, crediamo di no, sempre pronti a ricrederci. Ma noi guardiamo alla Storia, che è fatta di successi, ma anche delusioni e sconfitte.