Economia

PIL in crescita nel secondo trimestre, ma consumi delle famiglie ancora deboli

Luca Andrea
 
PIL in crescita nel secondo trimestre, ma consumi delle famiglie ancora deboli

L’economia italiana continua a mostrare segnali di resistenza nel secondo trimestre del 2025, ma i consumi delle famiglie restano l’anello debole della ripresa. È quanto emerge dall’ultimo rapporto Congiuntura Confcommercio n. 6, pubblicato oggi dall’Ufficio Studi dell’associazione, che fotografa l’andamento del PIL, dei consumi e dei prezzi nel nostro Paese.

PIL in crescita nel secondo trimestre, ma consumi delle famiglie ancora deboli

Le stime di Confcommercio indicano per il secondo trimestre una crescita del Prodotto Interno Lordo dello 0,4% congiunturale e dello 0,9% tendenziale. Dopo il +0,3% registrato nel primo trimestre, si conferma un miglioramento graduale che porta le previsioni per l’intero 2025 a una crescita prossima allo 0,8% annuo, in assenza di shock esogeni.

A sostenere il quadro positivo sono diversi fattori:

- livelli occupazionali ai massimi storici,
- ritorno della produzione industriale in terreno positivo,
- ripresa della fiducia di imprese e famiglie, soprattutto nel mese di maggio.
- Nonostante le buone notizie sul fronte occupazione e redditi, la propensione al consumo continua a deludere. L’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato a maggio una variazione nulla rispetto allo stesso mese del 2024, con un lieve +0,1% congiunturale.

Il dato aggregato nasconde dinamiche contrastanti:

+0,4% per i servizi, guidati da comunicazioni (+7,6%) e trasporti aerei (+5,7%),
-0,3% per i beni, con settori in sofferenza come alimentari (-0,1%), abbigliamento (-1,0%) e mobili (-0,9%).
Particolarmente critica la situazione dell’automotive, con una contrazione annua delle immatricolazioni del 4%, e degli elettrodomestici (-3,5%). Positivi invece i consumi per carburanti (+1,6%) e alberghi (+1%).

L’inflazione resta sotto controllo: la stima per giugno è di una variazione +0,1% su base mensile e +1,7% su base annua, confermando una fase di stabilità che potrebbe favorire un miglioramento della domanda nella seconda metà dell’anno.

La BCE, coerentemente con questo scenario, ha ridotto i tassi di interesse ai livelli di fine 2022, segnalando come la priorità sia oggi rilanciare la crescita, più che contenere i prezzi.

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