Economia

Pirelli in stallo per il nodo Sinochem. Orsini (Confindustria) lancia l’allarme sul futuro negli USA

Redazione
 
Pirelli in stallo per il nodo Sinochem. Orsini (Confindustria) lancia l’allarme sul futuro negli USA

Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, accende i riflettori sul caso Pirelli-Sinochem, definendolo una questione strategica per l’industria italiana. A margine di un evento a Parma, Orsini ha dichiarato senza mezzi termini: «Pirelli è oggi in stallo. Serve una risposta forte del Paese. Auspichiamo che il governo difenda Pirelli, un’eccellenza del nostro Made in Italy».

Pirelli in stallo per il nodo Sinochem. Orsini (Confindustria) lancia l’allarme sul futuro negli USA

L’allarme arriva nel mezzo di una fase di impasse che coinvolge il gruppo della Bicocca, a causa della partecipazione al capitale da parte del colosso cinese Sinochem, attualmente al 37%. Il nodo centrale è rappresentato dalle nuove leggi USA, che vietano l’accesso al mercato americano per prodotti ad alta tecnologia – come i Cyber Tyre, pneumatici dotati di chip e sensori – realizzati da aziende con soci pubblici cinesi.

Le norme introdotte da Washington mirano a contenere i rischi di ingerenze estere nelle tecnologie sensibili, e prevedono restrizioni per le società che hanno nel proprio azionariato entità riconducibili a Stati come la Cina. Nel caso specifico, la presenza di Sinochem – società controllata dallo Stato cinese – rischia di bloccare l’espansione commerciale di Pirelli negli Stati Uniti, un mercato strategico per l’azienda milanese.

«Senza una riduzione stabile della quota di Sinochem sotto il 25%, Pirelli non potrà crescere negli USA, con gravi ricadute anche in Italia: molte nuove assunzioni e importanti investimenti sarebbero infatti a rischio»
, ha proseguito Orsini, sollecitando un intervento istituzionale deciso.

Il tema si intreccia con la più ampia questione del Golden Power, lo strumento normativo italiano che consente al governo di esercitare poteri speciali in settori ritenuti strategici. L’auspicio di Confindustria è che l’Esecutivo utilizzi appieno questa leva per garantire un equilibrio tra l’apertura agli investimenti internazionali e la salvaguardia degli interessi nazionali, soprattutto quando in gioco ci sono aziende leader nell’innovazione tecnologica e nella manifattura avanzata. La mancata soluzione della questione potrebbe avere ripercussioni a catena: non solo sull’ingresso nel mercato statunitense, ma anche sull’intero piano industriale di Pirelli, compresi occupazione, ricerca e sviluppo e posizionamento internazionale.

Il caso Pirelli-Sinochem si inserisce in un contesto geopolitico sempre più complesso, dove le tecnologie strategiche – come i sistemi intelligenti di guida, la sensoristica e i materiali innovativi – rappresentano il nuovo terreno di confronto tra blocchi economici.

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