Esteri

Powell resiste alle pressioni e difende l’indipendenza della Fed mentre Trump incalza

Redazione
 
Powell resiste alle pressioni e difende l’indipendenza della Fed mentre Trump incalza

Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha ribadito con fermezza l’indipendenza della banca centrale americana, rispondendo alle continue critiche del presidente Donald Trump. Durante la sua audizione semestrale al Congresso degli Stati Uniti, Powell ha affermato che la Fed “è focalizzata sull’unica cosa che conta: una buona economia a beneficio degli americani”, lasciando intendere che ogni altra considerazione – incluse le pressioni politiche – è irrilevante per le decisioni dell’istituto.

Powell resiste alle pressioni e difende l’indipendenza della Fed mentre Trump incalza

“Facciamo ciò che riteniamo giusto e ci assumiamo le conseguenze”, ha dichiarato Powell, in risposta diretta alle accuse del presidente Trump, che lo ha più volte definito “stupido” per non aver ancora tagliato i tassi d’interesse.

Il numero uno della Fed ha spiegato che l’assenza di un taglio ai tassi è motivata dalle previsioni su un possibile aumento dell’inflazione nel corso del 2025. Una mossa prematura, secondo Powell, rischierebbe di compromettere la stabilità dei prezzi: “La ragione per cui non stiamo tagliando i tassi d’interesse è che le nostre previsioni sono per un significativo aumento dell’inflazione quest’anno”.

L’audizione al Congresso è arrivata in un momento delicato per l’economia globale: se da un lato la tregua annunciata tra Israele e Iran ha fornito un sospiro di sollievo ai mercati, l’incertezza legata alle politiche commerciali, in particolare ai dazi, continua a pesare sulle prospettive macroeconomiche.

Powell ha chiarito che le decisioni della Fed continueranno a essere guidate dai dati, senza forzature dettate dal calendario politico o elettorale: “Per il momento, siamo ben posizionati per attendere di saperne di più sul probabile andamento dell’economia prima di considerare eventuali modifiche alla nostra posizione politica”.

Le sue parole sono arrivate mentre il presidente Trump continua a esercitare pressione pubblica per un allentamento monetario, nella speranza di sostenere la crescita economica in vista della scadenza elettorale.

Powell ha anche affrontato il tema delle tariffe commerciali, la cui sospensione scadrà a luglio. Ha ricordato come gli effetti dei dazi sull’economia e sull’inflazione restino incerti: “Gli aumenti dei dazi quest’anno faranno probabilmente aumentare i prezzi e peseranno sull’attività economica. Gli effetti sull’inflazione potrebbero essere di breve durata, ma potrebbero anche diventare più persistenti”.

Secondo Powell, la Fed è determinata a evitare che una variazione temporanea dei prezzi si trasformi in un’inflazione strutturale, mantenendo ancorate le aspettative a lungo termine.

Infine, Powell ha ricordato che l’obiettivo del FOMC (Federal Open Market Committee) è quello di bilanciare piena occupazione e stabilità dei prezzi: “Senza stabilità dei prezzi, non possiamo raggiungere lunghi periodi di solide condizioni del mercato del lavoro che vadano a beneficio di tutti gli americani”.

In un contesto ancora incerto, la strategia della Fed resta dunque quella della prudenza, mentre Powell difende il ruolo dell’istituzione come garante tecnico dell’economia, impermeabile ai venti della politica.

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