Economia

Previdenza integrativa in crescita in Italia grazie al nuovo ponte verso la pensione anticipata

Redazione
 
Previdenza integrativa in crescita in Italia grazie al nuovo ponte verso la pensione anticipata

La riforma introdotta con la Legge di Bilancio 2025 segna una svolta per il sistema previdenziale italiano, aprendo la strada a una maggiore integrazione tra previdenza pubblica e complementare. Grazie alla nuova normativa, i contributi versati nei fondi pensione potranno essere conteggiati per raggiungere la soglia necessaria alla pensione anticipata contributiva, un’innovazione che potrebbe cambiare il futuro di milioni di lavoratori.

Previdenza integrativa in crescita in Italia grazie al nuovo ponte verso la pensione anticipata

Secondo le nuove regole, chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 potrà accedere alla pensione anticipata a 64 anni, invece dei 67 previsti per la pensione di vecchiaia, se raggiunge un assegno pari almeno a tre volte l’assegno sociale e ha vent’anni di contributi. Con questa modifica, la previdenza complementare diventa un vero e proprio “ponte” per anticipare l’uscita dal lavoro, non più solo uno strumento di integrazione economica.

L’opportunità offerta dal fondo pensione risulta particolarmente rilevante per i lavoratori dipendenti che possono contare sul conferimento del TFR. Per i più giovani, il solo TFR maturando investito in una linea azionaria potrebbe bastare per anticipare il pensionamento. La situazione cambia per chi ha un reddito netto mensile più basso: un lavoratore con 1.400 euro potrebbe non riuscire a raggiungere la soglia necessaria solo con i contributi INPS, rischiando di dover lavorare fino a oltre 70 anni.

Per i lavoratori autonomi, in assenza del TFR, l’accantonamento volontario diventa fondamentale. La simulazione di Moneyfarm mostra che un trentenne autonomo dovrebbe versare circa 69 euro al mese in un fondo azionario, cifra che aumenta con l’età fino a 480 euro mensili per un cinquantenne.

La normativa premia anche le lavoratrici madri. Dal 2030, alle donne con uno o più figli sarà richiesto un importo minimo di pensione inferiore rispetto al requisito standard di 3,2 volte l’assegno sociale, favorendo così l’uscita anticipata dal lavoro. Con il solo conferimento del TFR, molte lavoratrici dipendenti con almeno due figli riuscirebbero a raggiungere l’obiettivo senza ulteriori versamenti volontari.

Davide Cominardi, Investment Consultant Manager di Moneyfarm, ha sottolineato come la previdenza integrativa resti ancora sottoutilizzata in Italia: solo il 38% dei lavoratori è iscritto a un fondo pensione e meno di un terzo vi versa attivamente contributi. La nuova misura, però, potrebbe dare un impulso decisivo al cosiddetto “secondo pilastro”, offrendo la possibilità concreta di anticipare il pensionamento grazie al risparmio privato.

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