Esteri

Medio Oriente: dopo l'attacco in Qatar, scricchiola l'alleanza Trump-Netanyahu

Diego Minuti
 
Medio Oriente: dopo l'attacco in Qatar, scricchiola l'alleanza Trump-Netanyahu

Il forte legame tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu resta, ma meno solido di prima, almeno a parole, dopo l'attacco israeliano a Doha che ha avuto come obiettivo l'appartamento dove si stava svolgendo un incontro della leadership politica di Hamas.

Medio Oriente: dopo l'attacco in Qatar, scricchiola l'alleanza Trump-Netanyahu

Trump, a detta della portavoce della Casa Banca, Karoline Leavitt, "si sente molto male" per l'attacco, di cui, questa la versione ufficiale, ha saputo dall'esercito americano ad operazione già conclusa (o quasi). Tesi che, già nell'immediatezza dell'attacco, era stata ribadita da Netanyahu che l'aveva rivendicato come interamente israeliano.

Resta comunque difficile pensare che un passo di tale gravità, come è stato l'attacco portato nel territorio di un Paese forte alleato di Washington nella regione, sia stato fatto senza che gli Stati Uniti ne sapessero veramente nulla.

Ma, prendendo per buona la versione della Casa Bianca, appare evidente un certo disappunto perché, con l'operazione, le speranze di una pace a Gaza si allontanano, perché Hamas non accetterà mai di tornare a sedersi al tavolo delle trattative dopo avere subito un colpo così duro, col rischio di passare per chi ammette la sconfitta.

Per Karoline Leavitt, che certo ha condiviso il tenore delle sue parole con il presidente, ha descritto l'attacco come uno "sfortunato incidente" che non avvantaggia gli Stati Uniti o Israele. Sul fatto che non avvantaggi gli Stati Uniti si può anche concordare, visto che la ricerca della pace nella regione è stata ripetutamente usata da Trump per accreditarsi come mediatore per tutti i conflitti del pianeta.

Che non avvantaggi Israele non è forse completamente esatto, perché da oggi il governo di Netanyahu ha dimostrato che ormai, nella sua guerra al terrorismo, non si pone confini, tornando al clima degli anni '70, quando, con l'operazione ''Mivtzah Elohim'' (''Ira di Dio''), Israele scatenò una caccia mortale contro chi, dentro Settembre Nero, aveva pianificato e attuato la strage di atleti israeliani, che partecipavano alle Olimpiadi di Monaco del 1972.

Una operazione che aveva come solo limite quello di essere mirata esclusivamente ai bersagli palestinesi, evitando quindi di coinvolge innocenti, come per marcare, in questo modo, la differenza con i terroristi.
Questa mattina, ha detto Karoline Leavitt, che di solito non è certo parca di parole, l'Amministrazione Trump è stata informata dall'esercito degli Stati Uniti subito prima dell'attacco.

''Bombardare unilateralmente all'interno del Qatar, una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti che sta lavorando molto duramente e coraggiosamente, rischiando con noi per mediare la pace, non fa avanzare gli obiettivi di Israele o dell'America".

"Tuttavia, eliminare Hamas, che ha tratto profitto dalla miseria di coloro che vivono a Gaza, è un obiettivo degno", ha aggiunto Leavitt, in questo modo mostrando che, tutto sommato, seppure non ne condividano i mezzi e le modalità, gli Stati Uniti restano accanto ad Israele nella sua lotta ai suoi nemici.

Che poi Trump, tramite Steve Witkoff, suo inviato speciale in Medio Oriente, abbia informato il Qatar dell'imminente attacco rientra nella normalità dei rapporti con l'alleato, che il presidente americano, ha ribadito Leavitt, vede ''forte'' e ''amico''.

Affermazione, quella dell'avvertimento americano al Qatar nell'imminenza dell'attacco, che è però stata smentita dal Ministero degli Affari Esteri del Qatar, cosa che in qualche modo rende il quadro generale ancora più confuso.

"Le dichiarazioni che circolano sul fatto che il Qatar sia stato informato in anticipo dell'attacco sono prive di fondamento. La comunicazione ricevuta da uno dei funzionari americani è arrivata durante il rumore delle esplosioni derivanti dall'attacco israeliano a Doha", ha detto il portavoce, non rendendo un quadro di rapporti idilliaci tra Usa e Qatar, con Washington che dovrà spendersi per recuperare il rapporto.

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