Albiate, Brianza profonda. Un posto dove il maiale non è solo un animale: è un parente stretto, una religione gastronomica, una bandiera padana. Fino a ieri, almeno. Poi è arrivata lei, la sindaca Veronica Gallo, e ha tolto la salamella dalla bocca del popolo. Letteralmente. Alla 416esima edizione della storica sagra di San Fermo – roba che è più vecchia della scoperta dell’America – niente più salamelle fumanti, niente più “busecada” coi trattori in parata e soprattutto niente più “urtaja”, la mostra zootecnica che da secoli metteva in vetrina le mucche con la riga in mezzo meglio pettinata di un impiegato postale.
"Le salamelle agli anziani sotto il sole non vanno bene", dice la sindaca. Meglio un’insalatina, magari un couscous integrale, una centrifuga di finocchio e un po’ di yoga collettivo prima della messa. “Siamo nella Rete delle città sane,” precisa lei, come se Albiate fosse stata gemellata con Oslo nel frattempo.
La reazione della Lega? Un misto di nostalgia rurale, rabbia suina e post su Facebook scritti a caratteri cubitali. Alessandro Corbetta, capogruppo regionale, grida allo scandalo: "Via salamelle, busecca e trattori! Ma siamo impazziti?". Per lui e per molti altri, la sindaca ha scatenato nientemeno che una guerra civile del colesterolo.
L’associazione “Amici di San Fermo” - che per anni ha mandato avanti la baracca tra grigliate e recinti con le galline in esposizione – ha deciso di sfilarsi: “Noi senza salamella non montiamo nemmeno i gazebo”.
La risposta della sindaca? Fredda come un’insalatina di quinoa: “Strumentalizzazioni. La salute è trasversale”. (Che, tradotto, suona un po’ come “Zitti e masticate soia”)
E non finisce qui: la “busecada”, ovvero la sfilata di trattori, è stata rottamata causa norme di sicurezza. Pare che l’anno scorso ci fosse più gente a zigzagare tra i mezzi agricoli che in tangenziale Est alle 8 del mattino. "Troppo rischioso", dice la Gallo. In effetti, con le biciclette che passano tra i cingolati, mancava solo una corsa di droni per completare il caos.
E la mostra zootecnica? Cancellata. Al suo posto: una fattoria didattica. I bambini potranno accarezzare gli animali invece che vederli chiusi nei recinti. Un po’ come passare da “Fattoria” di Rovagnati a “Fattoria” Montessori.
Resta da capire come reagirà il popolo. I più anziani meditano il digiuno spirituale, i leghisti il contrattacco culinario e qualcuno propone addirittura una salamellata clandestina nei parcheggi. Tipo rave, ma col sugo.
Per ora, la sagra di San Fermo 2025 si preannuncia come la più divisiva della storia brianzola. Un tempo si litigava per il condimento della polenta. Oggi per la presenza del tofu. Ma, si sa, dalle nostre parti, puoi toccare tutto. Tranne la salamella.
E voi? La volete light o ben cotta?