Cultura
Arte su quattro ruote: la scultura Bentley che costa 98.900 dollari
di Redazione

Ci sono automobili che fanno battere il cuore quando spalanchi la portiera e premi l’acceleratore, e altre che riescono a emozionare pur restando immobili. È il caso di una scultura ispirata a Bentley, un’opera artigianale che sta facendo parlare il mondo dei collezionisti non solo per la sua bellezza, ma anche per la cifra richiesta: 98.900 dollari. In altre parole, lo stesso budget con cui si potrebbe acquistare una Continental GT di seconda mano. Ma qui non c’è il rombo di un V8 né il lusso degli interni in pelle Connolly: c’è l’idea di automobile trasformata in oggetto d’arte. Questa straordinaria creazione porta la firma di un artista belga rimasto volutamente nell’ombra. Un anonimato che, lungi dal penalizzarla, ne amplifica l’alone di fascino e mistero. Il materiale prescelto non è un legno qualsiasi, ma il teak marino, lo stesso che per secoli ha impreziosito gli yacht di lusso, abbinato a sottili fogli di compensato lavorati con la pazienza e la dedizione di un maestro d’officina d’altri tempi. Ogni pezzo è stato tagliato, rifinito e assemblato manualmente, come si usava nei cantieri navali quando la precisione era frutto di occhio, esperienza e mani esperte più che di macchine automatiche. L’ossessione per il dettaglio emerge a colpo d’occhio: la grande griglia frontale scolpita con rigore geometrico, i fari ovali che catturano la luce, la linea morbida della carrozzeria e persino gli interni riprodotti con fedeltà sorprendente. Ogni elemento in legno sembra custodire una storia di passione, mestiere e devozione verso il mito Bentley. Aprendo le portiere – sì, funzionano davvero – ci si ritrova davanti a un abitacolo che ricalca con rigore la disposizione della plancia originale. I sedili scolpiti riportano il celebre motivo a diamante della tappezzeria Bentley, un dettaglio che invita quasi a sedersi, a immaginare il viaggio. Nulla è stato trascurato: cuciture, rifiniture, pannelli. Tutto è riprodotto con tale precisione da lasciare interdetti. Solo gli assi in acciaio e i vetri in acrilico rivelano l’intrusione di materiali diversi dal legno, ma sono proprio questi accenti a donare realismo e credibilità all’insieme. L’opera si ispira alla terza generazione della Bentley Continental GT, prodotta tra il 2017 e il 2024, e ne diventa quasi una rilettura in chiave scultorea: un ponte ideale tra tradizione artigianale e innovazione tecnologica. Il peso complessivo, circa 900 chili, è meno della metà rispetto ai 2.400 dell’originale, ma sufficiente a restituire imponenza e solidità. Un traguardo che testimonia la straordinaria maestria con cui ogni componente è stato progettato e realizzato.
Guardandola da vicino, questa scultura rivela la mano dell’artigiano: piccole crepe lungo le giunture, lievi segni di usura all’interno, dettagli che potrebbero sembrare difetti ma che, in realtà, le conferiscono personalità. È il linguaggio dell’imperfezione tipico dell’arte manuale, ciò che distingue un oggetto realizzato da un essere umano da una produzione in serie. Niente a che vedere con i modellini industriali da vetrina: qui si percepisce la storia del lavoro, la fatica delle ore spese a dare forma al metallo, il gusto di lasciare un’impronta irripetibile. Del resto, Bentley stessa ha costruito la propria leggenda su una filosofia simile: automobili curate fino all’ossessione, ma con quell’aura di esclusività che rende ogni esemplare unico. Non sorprende quindi che questa scultura sia stata accolta con tanta curiosità da appassionati e collezionisti. A farle guadagnare popolarità è stato un video di Austin Campbell, diffuso su YouTube. Nel filmato, la scultura appare accanto a vere Bentley esposte in uno showroom, in un contrasto che sembra un gioco di specchi: l’opera immobile, quasi ieratica, contro la potenza delle auto vere, pronte a divorare chilometri di asfalto. Il video ha fatto il giro della rete, conquistando migliaia di visualizzazioni e aprendo un dibattito tra chi considera questo oggetto un capriccio per pochi e chi, invece, lo interpreta come un investimento culturale. Perché di investimento si parla: il prezzo richiesto, 98.900 dollari, la colloca nella fascia dei “beni da collezione” più che degli accessori automobilistici. Una cifra che fa discutere, ma che sottolinea quanto l’arte legata all’automobile stia acquisendo sempre più valore. Un legame che, peraltro, non è di certo una novità. Basti pensare che nei lontani anni Sessanta Andy Warhol trasformò la carrozzeria di una BMW M1 in una tela pop, inaugurando il filone delle “Art Cars” che ancora oggi la casa tedesca porta avanti con artisti contemporanei. Anche in Italia, scultori e designer hanno spesso guardato al mondo delle quattro ruote come a una fonte di ispirazione. Pininfarina, ad esempio, ha trasformato prototipi e concept car in veri oggetti da museo, opere da contemplare più che da guidare. Persino maestri come Arnaldo Pomodoro hanno intrecciato il proprio linguaggio scultoreo con il mondo Ferrari e Maserati, dimostrando come l’auto possa travalicare i confini della tecnica per diventare icona culturale. La scultura ispirata a Bentley si inserisce dunque in questa tradizione: non è un oggetto funzionale, ma un simbolo. Rappresenta l’idea stessa di automobile come arte applicata, come design che parla di stile e creatività.