Cultura

Cinema: nasce un fondo per aiutare i registi rifugiati

Redazione
 
Cinema: nasce un fondo per aiutare i registi rifugiati

Sarà presentato domani il Displacement Film Fund, istituito dall'Unhcr e dall'Hubert Bals Fund dell'International Film Festival di Rotterdam, per aiutare i registi rifugiati. A illustrarne motivazioni e finalità sarà, in occasione della 54ª edizione dell’IFFR, Cate Blanchett. Il programma prevede sovvenzioni per i registi rifugiati, offrendo fino a 100.000 euro a cinque persone per realizzare brevi opere incentrate sulle esperienze degli sfollati.
Al momento realizzata come iniziativa pilota, si prevede che sarà trasformata in progetto a lungo termine guidato proprio da Blanchett, due volte vincitrice dell'Oscar e ambasciatrice di buona volontà dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR).

Cinema: nasce un fondo per aiutare i registi rifugiati

Il progetto ha preso vita al Global Refugee Forum dell’UNHCR dove l’attrice, unendosi alle voci di Ke Huy Quan, Echo Quan, Ayman Tamer, Koji Yanai e Isaac Kwaku Fokuo, ha avuto modo di sviluppare l’idea con l’obiettivo di sostenere finanziariamente artisti sfollati o che trattino delle esperienze delle persone sfollate rispettando la veridicità dei fatti.
I cineasti saranno prima selezionati in una lista da un Comitato addetto alle nomination e successivamente si passerà alla seconda fase, dove il comitato di selezione sceglierà definitivamente i vincitori del fondo. I nomi saranno annunciati al Festival di Cannes 2025, mentre i lavori saranno presentati il prossimo anno in anteprima mondiale all’IFFR.

Il comitato di selezione sarà costituito da Blanchett, dal giornalista e documentarista Waad Al Kateab, dall’attrice, produttrice e musicista Cynthia Erivo, la regista e sceneggiatrice Agnieszka Holland, la direttrice del festival IFFR Vanja Kaludjercic, l’educatrice e rifugiata Aisha Khurram, il cineasta Jonas Poher Rasmussen e il richiedente asilo LGBTQ+ Amin Nawabi, fonte di ispirazione per la creazione di Flee di Rasmussen.

"Il cinema può calarti nella trama e nella realtà della vita di qualcuno come nessun’altra forma d’arte: l’obiettivo di creare punti di contatto personali e intimi guida il Displacement Film Fund. Quando le persone sono costrette a lasciare le loro case, perdono l’accesso al supporto più elementare, ma come artisti perdono anche l’accesso ai mezzi per realizzare un lavoro in un momento in cui è più vitale che mai", ha affermato Cate Blanchett, chiarendo gli obiettivi del fondo, che arriva nel bel mezzo di una crisi globale, con 122,6 milioni di persone costrette a spostarsi a causa di guerre, persecuzioni o violazioni dei diritti umani, secondo i dati ONU del 2024. Ciò equivale a una persona su 67 in tutto il mondo, con il 71% degli spostamenti che si verificano in nazioni a basso e medio reddito.

Majid Adin, regista rifugiato iraniano, ha confidato di essersi "emozionato" sentendo parlare del Fondo: arrivato nel Regno Unito nel 2016, nel retro di un furgone refrigerato, l'anno successivo ha vinto un concorso per produrre un video musicale per la canzone Rocket Man di Elton John: "I registi rifugiati affrontano una serie unica di sfide nel portare le loro storie sullo schermo. La società e l'industria cinematografica spesso non riescono a riconoscerli come artisti creativi capaci, limitando le loro opportunità di assumere ruoli di leadership come la regia", dice. "Al contrario, c'è una tendenza a vederli come soggetti davanti alla telecamera piuttosto che come forze creative dietro di essa".

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