L'annuncio dell'Amministrazione Trump che i negoziati con il Canada per un accordo commerciale non hanno avuto successo, al quale è seguito quello con il quale gli Usa aumenteranno al 35% le tariffe sulle esportazioni canadesi che non sono coperte dall'accordo Canada-Stati Uniti-Messico (CUSMA), ha avuto come immediato effetto il ricompattamento della politica del Gigante del Nord, unanime nel respingere le mosse di Washington.
Dazi: il Canada si compatta dopo l'annuncio di Trump
''Sebbene il governo del Canada sia deluso da questa misura - ha detto il primo ministro canadese Mark Carney - rimaniamo impegnati a favore del CUSMA, che è il secondo accordo di libero scambio più grande al mondo in termini di volume degli scambi''.
Le tariffe sui prodotti canadesi che non sono coperti dall'accordo di libero scambio in vigore tra i due Paesi aumenteranno quindi dal 25% al 35%.
Grazie al CUSMA, comunque, l'aliquota tariffaria media degli Stati Uniti sui prodotti canadesi rimane una delle più basse tra tutti i partner commercial, ha aggiunto il primo ministro canadese nella sua dichiarazione scritta.
Carney ha riconosciuto che i settori del legname di conifere, dell'acciaio, dell'alluminio e dell'automotive sono pesantemente colpiti dalle tariffe e dalle tariffe statunitensi e ha promesso che il governo ''prenderà provvedimenti per proteggere i posti di lavoro, investire nella competitività delle nostre industrie, incoraggiare l'acquisto di prodotti canadesi e diversificare i nostri mercati di esportazione''.
''Lavorando insieme ai canadesi che lavorano sodo e utilizzando le risorse del nostro Paese a beneficio di tutti, possiamo dare a noi stessi più di quanto qualsiasi governo straniero possa mai prenderci''.
Tra i ''duri'' della politica canadese emergono le figure dei premier dell'Ontario e del Quebec, le principali Province del Paese.
Il premier dell'Ontario Doug Ford ha esortato il governo Carney a massimizzare le sue leve negoziali e a resistere alle tariffe del presidente Donald Trump. ''Il governo federale deve vendicarsi con una sovrattassa del 50% sull'acciaio e sull'alluminio statunitensi'', ha chiesto in una dichiarazione su X, sottolineando che oltre alle tariffe che sono state aumentate al 35%, altre tariffe sono ancora imposte su acciaio, alluminio, auto, legno e rame, sovrattasse che hanno colpito duramente la sua Provincia.
''Le tariffe imposte da Washington sono dannose per i nostri lavoratori e le nostre imprese", ha dichiarato il premier del Quebec François Legault.
''Gli eventi recenti sottolineano - ad avviso di Legault - l'importanza che dobbiamo dedicare alla diversificazione dei nostri mercati e all'aumento della nostra autonomia economica. Sosterremo i nostri lavoratori e le nostre imprese. Ha assicurato che la sua squadra è in contatto con Ottawa e le sue controparti provinciali e ha specificato che le discussioni con l'amministrazione statunitense devono continuare''.
Una delle motivazioni del provvedimento di Trump è che, a suo giudizio, il Canada non stia facendo di tutto per fermare il fentanyl che, da nord, arriva negli Stati Uniti, contribuendo all'epidemia del consumo di oppiacei.
Tuttavia, un'indagine di The Canadian Press ha rilevato che i sequestri di fentanyl dal Canada rappresentavano l'1,57% dei sequestri totali su entrambi i lati del confine.
Secondo i dati del governo degli Stati Uniti citati dall'amministrazione Trump, i sequestri di fentanyl al confine tra Canada e Stati Uniti in questo anno fiscale avrebbero superato i sequestri totali degli ultimi tre anni messi insieme. Ciò sottolinea il ruolo crescente del Canada in questa crisi, afferma, ma Ottawa nega queste accuse.