In primo piano su tutti i media internazionali la politica commerciale degli Stati Uniti che, come riportato dalla CNN, stanno compiendo una "svolta radicale" rispetto ai decenni di libero scambio, inaugurando una nuova era protezionistica. La Casa Bianca ha annunciato una politica commerciale che impone nuovi dazi su quasi tutte le nazioni. In particolare, è prevista un'aliquota "universale" del 10% per i paesi con cui gli USA hanno un surplus commerciale, e un dazio minimo del 15% per circa 40 nazioni con cui registrano un deficit. Gli accordi con Cina e Messico sono ancora in fase di definizione.
World Media Headlines: dazi, sanzioni e crisi umanitaria a Gaza al centro del dibattito globale
Non solo, il Presidente Donald Trump ha annunciato un ulteriore aumento delle tariffe sul Canada al 35%, sebbene i beni conformi all'accordo Stati Uniti-Messico-Canada (CUSMA) non saranno soggetti a questa aliquota più elevata. La CBS ha ripreso la dichiarazione del Primo Ministro canadese Mark Carney, il quale ha espresso "delusione" per la decisione, pur ribadendo l'impegno canadese verso il CUSMA. Carney ha sottolineato come l'applicazione del CUSMA mantenga l'aliquota tariffaria media statunitense sui prodotti canadesi tra le più basse, ma ha anche evidenziato il forte impatto dei dazi su settori chiave come legname, acciaio, alluminio e automobili. Il Canada ha inoltre ribadito gli sforzi nel contrastare il traffico di fentanyl e rafforzare la sicurezza alle frontiere, sottolineando che il Canada rappresenta solo l'1% delle importazioni di fentanyl dagli Stati Uniti.
Parallelamente, una corte d'appello federale sta esaminando l'autorità legale del Presidente nell'imporre tali dazi massicci, in un'udienza definita "degna di nota" dalla CNN. Caroline Freund, preside della School of Global Policy and Strategy dell'Università della California a San Diego, ha avvertito alla CNN che queste misure tariffarie "radicali" potrebbero causare "grossi grattacapi alle aziende" a causa degli elevati oneri amministrativi e dell'incertezza generata dalla guerra commerciale, che a sua volta rallenterà la crescita economica globale.
Ha elogiato la cautela di partner commerciali come l'Unione Europea e il Giappone, che non hanno intensificato la guerra commerciale, ma ha ribadito la natura dannosa dei dazi. Il governo svizzero, come riportato dalla CNN, ha reagito con "grande rammarico" all'imposizione di dazi del 39% sulle importazioni svizzere, una delle aliquote più elevate annunciate dalla Casa Bianca e un aumento significativo rispetto al 31% proposto in aprile. Nonostante i progressi nei colloqui bilaterali e la "posizione molto costruttiva" della Svizzera, che nel 2024 ha registrato scambi commerciali con gli USA per 88,4 miliardi di dollari (principalmente farmaci, metalli preziosi e orologi di lusso), l'accordo preliminare concordato a luglio è stato disatteso. La Presidente e Ministro delle Finanze Karin Keller-Sutter ha confermato di non aver raggiunto un accordo con Trump, ribadendo che il "deficit commerciale è ancora una questione chiave".
Oltre a questi dazi "universali", sono state annunciate imposte specifiche per settori come acciaio, alluminio, rame, automobili e componenti per auto. Dazi su prodotti farmaceutici e semiconduttori sono invece "in sospeso" in attesa delle indagini avviate da Trump ad aprile, con minacce di imposte fino al 200% sui farmaci e del 25% o più sui semiconduttori. Il Segretario al Commercio degli Stati Uniti, Howard Lutnick, ha dichiarato che i risultati dell'indagine sui semiconduttori saranno resi noti a breve. Alcuni paesi, come l'Unione Europea, il Giappone e la Corea del Sud, hanno negoziato accordi che limitano i dazi sui loro prodotti al 15%, includendo le automobili e, per l'UE, anche i prodotti farmaceutici e i semiconduttori.
Intanto la guerra in Ucraina continua a essere un punto di forte tensione. La CNN ha rivelato che il consigliere di Trump, Witkoff, si recherà in Russia. Trump stesso, durante un evento alla Casa Bianca, ha espresso disgusto per i continui attacchi della Russia a Kiev e ha ribadito l'intenzione di imporre nuove sanzioni a Mosca. Nonostante l'ultima visita di Witkoff in Russia ad aprile non abbia portato a una svolta, la frustrazione di Trump verso Putin è cresciuta. Sul fronte delle sanzioni, la BBC ha riportato le dichiarazioni del Segretario di Stato americano Marco Rubio, che ha definito i rapporti tra Delhi e Mosca un "motivo di irritazione" per le relazioni tra India e Stati Uniti. Questo fa seguito alla minaccia di Trump di imporre dazi del 25% sui prodotti indiani "più una penale non specificata" a causa dell'acquisto di petrolio e armi russe da parte dell'India. Rubio ha riconosciuto l'India come un "alleato" e "partner strategico", ma ha sottolineato come l'acquisto di petrolio russo, che nel 2024 ha rappresentato il 35-40% delle importazioni indiane (rispetto al 3% nel 2021), stia ostacolando i rapporti con Washington e alimentando lo sforzo bellico russo.
L'India ha difeso le sue scelte, sostenendo la necessità di acquistare greggio a basso costo per proteggere la sua popolazione dall'aumento dei costi. La Reuters ha riportato che alcune raffinerie statali indiane avrebbero già smesso di importare greggio russo per via della riduzione degli sconti, una tesi supportata da HSBC Global Investment Research, ma smentita dal Ministero del Petrolio indiano.
Il Ministro Hardeep Singh Puri ha comunque affermato che l'India può diversificare le sue fonti di petrolio, avendo ampliato il bacino di fornitori da 27 a circa 40 paesi. CareEdge, un'agenzia di rating, prevede che una tale diversificazione avrà un impatto minimo sul deficit delle partite correnti dell'India, dato che la differenza di prezzo tra il greggio russo Ural e il Brent si è notevolmente ridotta. Le dichiarazioni di Trump sui legami commerciali tra India e Russia hanno scatenato una dura reazione a Mosca. Il Vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha risposto con un monito che ha richiamato il sistema sovietico di attacco nucleare di ultima istanza, "Dead Hand", un riferimento alla serie TV sugli zombie "The Walking Dead". Medvedev ha esortato Trump a considerare le implicazioni pericolose di tali dichiarazioni.
Nel frattempo, la situazione umanitaria a Gaza continua a destare profonda preoccupazione. Haaretz ha riportato che Hamas si è detto disposto a riprendere i colloqui per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, a condizione che la crisi umanitaria venga risolta e gli aiuti umanitari raggiungano la destinazione. Hamas ha accusato Israele di essersi ritirato dai colloqui la scorsa settimana senza giustificazione, proprio quando un accordo sembrava vicino, sostenendo che "continuare i negoziati mentre c'è una carestia di massa li svuota di contenuto e significato". AP News ha evidenziato una crescente spaccatura all'interno della comunità ebraico-americana. Sebbene il sostegno a Israele sia tradizionalmente un pilastro, un'ampia fascia di ebrei statunitensi ha esortato il governo israeliano a fare di più per garantire la consegna di cibo e medicine a Gaza, di fronte alla crisi umanitaria.
Mentre alcuni a sinistra accusano il governo Netanyahu di genocidio e alcuni media ebraici conservatori a destra suggeriscono che la crisi alimentare di Gaza sia una bufala, è chiaro che le fila degli ebrei americani allarmati dalle condizioni attuali a Gaza si sono ingrossate, includendo anche organizzazioni che solitamente evitano critiche alle politiche israeliane. Un nuovo sondaggio, citato da Al Jazeera e condotto dal Lazar Research Institute per il quotidiano Maariv, ha rivelato che quasi la metà degli israeliani (il 47%) nega che a Gaza ci sia carestia, liquidando tali affermazioni come propaganda di Hamas. Il 41% degli intervistati ha comunque riconosciuto l'esistenza di una crisi umanitaria, con il 56% di questi che si è detto preoccupato.
Al Jazeera ha anche riportato continui attacchi mortali da parte dell'esercito israeliano a Gaza. Nelle prime ore di venerdì, almeno due persone sono state uccise e oltre 70 ferite in attesa di aiuti vicino al corridoio Morag, a sud di Khan Younis. Ulteriori attacchi di droni israeliani hanno causato la morte di quattro persone ad al-Mawasi (dove erano ospitati palestinesi sfollati in tende) e a Deir el-Balah (contro un veicolo), oltre a ferire diversi sfollati a Jawazat, a ovest di Gaza City. I convogli di aiuti delle Nazioni Unite continuano a essere bloccati per ore ai posti di blocco e assaliti da folle disperate. Inoltre, un operatore delle Nazioni Unite ha ripreso le forze israeliane sparare colpi di avvertimento a pochi centimetri da civili, inclusi bambini, in attesa di cibo.