Esteri
Putin insiste sui suoi obiettivi, Trump deluso e Zelensky trema
Redazione

Vladimir Putin si dice teoricamente pronto al dialogo con l’Ucraina, ma la Russia non arretra di un passo sui suoi obiettivi strategici. Questo il quadro emerso dopo la lunga telefonata con Donald Trump, durata circa un’ora, la sesta dall’inizio dell’anno e la quarta in meno di due mesi. Un colloquio che ha visto il presidente americano, solitamente loquace, usare parole nette: «Non ho fatto nessun progresso sull’Ucraina con Putin. Non sono contento», ha dichiarato prima di partire per un comizio in Iowa.
Putin insiste sui suoi obiettivi, Trump deluso e Zelensky trema
Il presidente russo, secondo il Cremlino, ha ribadito la volontà di Mosca di proseguire i negoziati, pur mantenendo ferma la linea sull’operazione speciale e sulla “necessità di eliminare le cause profonde” del conflitto. Un messaggio che sa di muro contro muro: la Russia non intende cedere sui territori occupati e pretende che l’Ucraina rinunci per sempre a qualsiasi prospettiva di ingresso nella NATO. Una condizione che Kiev e i suoi alleati occidentali hanno sempre respinto con forza.
Il consigliere diplomatico di Putin, Yuri Ushakov, ha descritto la telefonata come «franca, pragmatica e concreta», affermando che i due leader sarebbero «sulla stessa lunghezza d’onda». Eppure, Trump ha chiarito pubblicamente che di progressi concreti non ce ne sono stati. Sul tavolo anche la questione iraniana, un tema che per il tycoon americano resta cruciale per riprendere i negoziati sul nucleare con Teheran, e per cui potrebbe aver bisogno della sponda di Mosca.
Nel frattempo, Volodymyr Zelensky osserva con crescente preoccupazione. Il presidente ucraino, intervenuto ad Aarhus in Danimarca, ha dichiarato di sperare in un colloquio diretto con Trump nei prossimi giorni per discutere dello stop alla fornitura di armi americane, una decisione che potrebbe cambiare gli equilibri sul terreno. Al momento, diversi sistemi avanzati, tra cui missili Patriot, Stinger e Hellfire, risultano bloccati in Polonia, proprio mentre Kiev è in difficoltà di fronte alla pressione militare russa nella regione di Sumy e non solo.
Putin, dal canto suo, ha lasciato in fretta un forum per essere puntuale alla telefonata con Trump, segno che, almeno formalmente, il dialogo rimane aperto. Tuttavia, lo stesso Ushakov ha confermato che non si è parlato di un possibile incontro tra i due leader: «L’idea è ancora nell’aria, ma questa volta non è stata affrontata», ha spiegato. Curiosa, infine, la proposta russa di uno scambio di film per promuovere valori tradizionali comuni, un dettaglio che dimostra quanto la diplomazia del Cremlino sappia muoversi anche su fronti meno convenzionali.
Il nodo cruciale resta sempre lo stesso: Mosca chiede concessioni che Kiev non è disposta a fare, mentre Washington, divisa tra sostegno all’Ucraina e interessi interni, appare sempre più esitante. E se Zelensky spera in un cambio di rotta, la realtà è che l’Ucraina rischia di ritrovarsi isolata proprio quando avrebbe più bisogno dell’appoggio occidentale.