Politica

Ucraina, la diplomazia sconfitta: cosa insegna lo spettacolino messo in scena da Trump e Putin

Diego Minuti
 
Ucraina, la diplomazia sconfitta: cosa insegna lo spettacolino messo in scena da Trump e Putin

Quale avrebbe potuto essere il risultato del teatrino imbastito da Stati Uniti e Russia, davanti ad un tavolo diplomatico imbandito, sul quale l'Ucraina sembrava essere il maialino da latte pronto per essere infilzato, fatto a fette, divorato, lo si era capito vedendo chi circondava i due protagonisti.

Ucraina, la diplomazia sconfitta: cosa insegna lo spettacolino messo in scena da Trump e Putin

Da un lato, Vladimir Putin si è fatto affiancare da vecchie volpi della diplomazia, a cominciare da Sergej Lavrov, che, tanto per mettere le cose in chiaro, ad Anchorage si è presentato con una felpa chiara con la scritta CCCP, acronimo latinizzato del cirillico Unione delle repubbliche socialiste sovietiche, quell'Urss che, in occidente, incuteva paura al solo leggerlo.

Dall'altro, Donald Trump era accompagnato da una ''corte di nani e ballerine'' - con la prevalenza di nani... -, la fulminante definizione coniata da Rino Formica per sottolineare che i satrapi preferiscono i mediocri.
E la mediocrità gratifica soprattutto chi ne è artefice, come appunto Trump, che ha messo nelle mani di mestieranti e neofiti la diplomazia della potenza egemone del pianeta.

Anche se preparato in pochi giorni, il vertice avrebbe dovuto vedere il presidente americano con in mano argomenti forti, grazie ai quali mettere Putin all'angolo per condurlo per mano verso un obiettivo concreto.
Ed invece non c'è stato nemmeno il classico pugno di mosche perché, aprendo la mano, Trump non ha trovato nulla, ridimensionato su tutta la linea del suo amicone del Cremlino.

L'umiliazione è stata palese per chi, poche ore prima di tornare alla Casa Bianca, aveva sbandierato che avrebbe risolto il conflitto ucraino in tempi brevissimi, pochi giorni appena. Ed invece, a distanza di sette mesi dal suo rientro alla Casa Bianca, non solo non ha posto fine alla guerra, ma ha riaccreditato Vladimir Putin, che ora si sente quasi autorizzato a proseguire nella sua campagna militare, con la certezza che le armi dell'Occidente all'Ucraina, ormai a corto di carne da cannone, saranno punture di spillo sulla pelle di un rinoceronte. Uscire dal vertice senza un risultato concreto che fosse uno, anche minimo, ridimensiona Trump nella sua spasmodica ricerca di una statura da statista planetario, che Putin ha invece umiliato.

Le prossime ore vivranno dell'attesa del vertice tra il presidente americano e gli alleati europei. Quegli stessi che la troppa arrendevolezza di Trump ha spiazzato, restringendo l'orizzonte di una forte risposta occidentale all'arroganza della Russia che, se le cose andranno per come sembra avere anticipato l'inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff, ingoierà i territori ucraini per il cui controllo ha scatenato una guerra che non ha alcuna intenzione di fermare prima di mettere Kiev e Zelensky con le spalle al muro.

Ormai è Putin a dettare le condizioni e le potenziali risposte all'imperialismo di Mosca sono relegate a nuove sanzioni, a nuovi soldi per gli armamenti ucraini e null'altro. Perché, a differenza della narrazione che ne fanno i trombettieri di Trump (negli Stati Uniti, ma anche in Italia), Putin non è stato costretto a sedersi al tavolo delle trattative, ma ha scelto lui di farlo, forse anche dicendo quale poltrone preferisse e uscendo dal luogo del confronto con una evidente vittoria in mano: non decidere nulla, concedendo a Trump solo l'illusione.

Non è una nostra interpretazione. Ad essere d'accordo è anche Dmytro Kuleba, per quattro anni e mezzo (marzo 2020 - settembre 2024) ministro degli Esteri di Kiev, che, parlando del vertice, in una interista a Le Monde, ha detto: ''Simbolicamente, è un fallimento, perché un sogno di lunga data del presidente Putin si è avverato: sedersi al tavolo con il presidente Trump per risolvere i problemi di altri Paesi. Il secondo fallimento è perché Putin ha sostanzialmente detto a Trump: 'Donald, abbiamo raggiunto un'intesa – non un accordo, ma un'intesa. Ora andate in Ucraina e in Europa e convinceteli ad accettare questa comprensione".

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